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Milano Moda Donna Primavera/Estate 2021

Milano Fashion Week, Raf Simons debutta da Prada: in passerella la tecnologia dialoga con l’umano

Sfila alla Milano Fashion Week la collezione donna di Prada per la Primavera/Estate 2021, la prima realizzata da Raf Simons, co-direttore insieme a Miuccia Prada della Maison italiana. Al centro della collezione femminile un dialogo con la tecnologia, declinato in mille forme su abiti uniforme semplici ed essenziali. L’uniforme è la vera protagonista della collezione, un capo “neutro” visto come una tavolozza bianca su cui dipingere qualcosa di personale: un capo così semplice che spinge alla riflessione.
A cura di Marco Casola
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Nel terzo giorno della Milano Fashion Week sfila la collezione donna Primavera/Estate 2021 di Prada, quella che vede il debutto alla co-direzione del brand di Raf Simons. Miuccia Prada e Simons hanno scelto di presentare le proprie creazioni estive con uno show digitale, senza pubblico. Alle 14 del 24 settembre è andata in onda in streaming la sfilata più attesa di Milano Moda Donna. In un set quasi asettico, senza allestimenti vistosi (un fondale giallo ocra, schermi con i nomi delle modelle e telecamere sono gli unici elementi del setting), gli abiti della collezione Prada si susseguono indosso a modelle che non hanno mai sfilato in passerella, in quel dialogo tra uomo e tecnologia immaginato da Miuccia Prada e Raf Simons, un dialogo che nasce sulle note della colonna sonora firmata da Richie Hawtin.

I colori dominanti sono il bianco, il nero e il grigio, che si alternano con tonalità di rosa pallido e verde menta o con nuance più accese di giallo e viola. I primi look sono a fondo unico, con maxi loghi sulla scollatura stampati su rose in tessuto che sembrano essere state appiattite sul capo. C'è però spazio anche per opere d’arte firmate da Peter de Potter, che da anni collabora con Raf
Simons, per print optical e geometrici, per stampe floreali rarefatte e sfumate, per pois stilizzati e ghirigori tono su tono. Ci sono poi i dolcevita aderenti e i top ‘bucati', con fori che si sovrappongono a capi di colori differenti dando vita a nuove fantasie intarsiate nel tessuto. La maggior parte dei look ha linee squadrate e basic, come i tubini scivolati e le casacche a girocollo su pantaloni monocolore. Nell'estate di Prada (come sempre) ci sono anche maglioni, che si indossano all'interno di gonne con cinturoni dalla fibbia maxi in re-nylon, il nylon riciclato utilizzato anche per altri capi. Il dettaglio street è presente con le maxi felpe che si mescolano con le gonne a ruota e pieghe, caste e così classiche. Le scarpe sono immediatamente attribuibili allo stile di Simons, con le linee così sottili e le le punte strette e allungate.

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Il dialogo tra uomo e tecnologia appare come necessario per gli stilisti che cercano di portare nella collezione questo incontro tra istinto e logica. Lo strumento utilizzato per mettere in scena questo dialogo è l'uniforme, tanto cara sia a Simons che a Miuccia Prada. Il concetto di uniforme è alla base della collezione Primavera/Estate 2021 di Prada: l'uniforme è intesa come appartenenza, come un modo di essere e di pensare. Quella di Prada è un'uniforme così semplice e che allo stesso tempo può avere mille forme e interpretazioni diverse. Proprio perché essenziale può diventare uno strumento (meccanico) nelle mani di una mente (pensante) capace trasformarlo dandogli significato. La vera essenza dell'uniforme è la semplicità, è essenziale e ma allo stesso tempo riconoscibile. Simons e Prada sfruttano questa semplicità, la decompongono, la analizzano dando nuova vita alla forma già conosciuta e lasciando uno spazio bianco per chi quell'uniforme la indosserà, uno spazio vuoto eppure (potenzialmente) così significativo.

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Il cinema classico di Hollywood, quello degli anni '40 e '50, nascondeva allo spettatore i meccanismi di ripresa: il  montaggio estremamente costruito garantiva il fluire nitido e chiaro del flusso narrativo. Tutto ciò permetteva allo spettatore di immergersi totalmente nella storia in maniera quasi automatica, senza portarlo a una riflessione esterna sul mondo. Poi è arrivata la decostruzione delle avanguardie, come il  Neorealismo o la Nouvelle Vague, con questo tipo di cinema, fatto di stacchi inaspettati, inquadrature destabilizzanti ed elementi narrativi quasi inesistenti, dinanzi all'occhio umano si poneva qualcosa di non ordinato, qualcosa che spingeva a una riflessione, qualcosa di estremamente semplice che poteva essere caricato di grande significato.

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Lo stesso meccanismo avviene guardando una collezione di abiti firmati Prada. Per Miuccia Prada gli abiti devono essere semplici, la semplicità non distrae, la semplicità permette di riflettere. L'artefatto o l'eccessiva costruzione non permette all'occhio e alla mente di separare, discernere, riflettere e dunque creare un pensiero proprio e non precostituito. L'artefatto e la costruzione tecnica del reale allontanano dal pensiero, gli abiti essenziali di Prada, invece, spingono a una riflessione, proprio come i film neorealisti, dove nulla succede eppure così tanto accade.

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