Mietta, le foto prima e dopo: com’è cambiata la cantante da Vattene amore a Ballando con le stelle
Ricordate Mietta, la cantante che ha raggiunto il successo alla fine degli anni '80 con il brano Vattene Amore? Il suo "vero" nome è Daniela Miglietta e, nonostante siano passati decenni da quando si è esibita sul palco di Sanremo al fianco di Amedeo Minghi, è rimasta nel cuore di milioni di fan. Oggi è tra i concorrenti della nuova edizione di Ballando con le stelle, il programma di Rai 1 presentato da Milly Carlucci in cui mette alla prova le sue doti da ballerina. In quanti ricordano com'era agli esordi? Ecco le foto che mostrano la trasformazione dal debutto a oggi.
Mietta, la trasformazione dal primo Sanremo a oggi
Mietta, pseudonimo di Daniela Miglietta, è nata a Taranto nel 1969 e ha raggiunto il successo dopo aver vinto il Festival di Sanremo nella categoria Nuovi con il brano Canzoni nel 1989. L’anno successivo ha partecipato ancora una volta al Festival in coppia con Minghi, con il quale ha cantato la leggendaria canzone Vattene amore (classificatasi terza nella competizione).
Da allora la sua carriera è stata in continua ascesa e ancora oggi è tra le cantanti più amate del nostro paese. Com'è cambiata? Ha superato i 50 anni e inevitabilmente il peso dell'età che avanza si fa sentire ma, al di là di qualche piccola ruga sul viso, ha mantenuto intatta la sua naturale bellezza.
L'evoluzione degli hair look di Mietta
Il dettaglio maggiormente cambiato nell'aspetto di Mietta è la sua acconciatura. Agli esordi negli anni '90 portava un long bob riccio e vaporoso come imponeva il trend di quel periodo, poi è passata alla chioma extra long e liscia in pieno stile Federica Panicucci.
Per anni è rimasta fedele a queste pettinatura, sveltendola con qualche onda dall'effetto naturale, con delle sfumature bionde o al massimo con una frangetta scalata e leggermente a tendina. Ad oggi, sebbene non abbia rinunciato alle lunghezze, ha leggermente accorciato i capelli, apparendo curata e glamour a ogni apparizione pubblica.
