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Le sostanze nocive che rendono i bambini meno intelligenti

Entrare in contatto con sostanze chimiche nocive durante la gravidanza potrebbe essere dannoso per il bambino. I bebè nascerebbero infatti con un quoziente intellettivo inferiore alla norma.
A cura di Valeria Paglionico
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La gravidanza è un momento delicato nella vita di ogni donna. Bisogna fare attenzione ad ogni dettaglio, poiché anche una minima distrazione potrebbe portare dei problemi alla salute del bambino in arrivo. Non bisogna fumare, bere alcolici, mangiare carne cruda, si deve seguire un’alimentazione sana ed inoltre non si può restare a lungo in contatto con alcuni prodotti che utilizziamo quotidianamente nelle nostre case. Studi condotti presso la Columbia University e pubblicati sulla rivista Plos One hanno dimostrato infatti che se una donna, durante la gravidanza, è esposta a delle sostanze chimiche particolari, rischia di far nascere un bambino con un quoziente intellettivo ridotto in età scolare.

Le sostanze incriminate sono i ftalati, in particolare, i composti chimici del butilbenzilftalato e del di-n-butil ftalato, che ritroviamo in rossetti, spray per capelli, contenitori di plastica, profumi sintetici e alcuni saponi, insomma in molti prodotti cosmetici che usiamo regolarmente. Le stesse sostanze aumenterebbero anche il rischio di asma nel neonato. I ricercatori hanno seguito prima 328 donne gestanti e poi i loro figli, dalla nascita all’età di 7 anni, quando sono stati sottoposti ad un test per misurare il loro QI. E’ emerso che, se nei primi 3 mesi di gravidanza la donna incinta è spesso entrata in contatto con ftalati, il quoziente intellettivo del bambino è fino a sette punti inferiore rispetto alla norma. Le ripercussioni, in questo caso, potrebbero essere molto gravi sul suo futuro rendimento scolastico ed accademico.

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