La Rai censura lo spot delle indignate e la rete spegne la tv

E' ufficiale la Rai ha bloccato lo spot della casa di moda partenopea Fracomina, previsto per il break pubblicitario del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il commercial dovrebbe mostrare quattro ragazze comuni che "dialogano" con il Presidente mostrando il loro malcontento per l'attuale situazione lavorativa italiana e protestando contro una società poco meritocratica.
La messa in onda dello spot era stata pianificata con una trasmissione a reti unificate su Rai e Mediaset e con una divulgazione su migliaia di siti web. Lo spot delle indignate avrebbe dovuto andare in onda in due break commerciali: alle 20.30 prima del discorso presidenziale e dopo la sua conclusione, poco prima delle 21.00.
Oggi la Rai ha diramato un comunicato ufficiale in cui si annuncia che lo spot così com'è non può essere mandato in onda. Deve essere modificato poichè presenta delle "criticità" nelle versioni da 45" e 10" dello spot, dato che dopo le sentite testimonianze delle quattro ragazze nel cartello iniziale e finale viene citata la Costituzione italiana.
La televisione di Stato chiede al suo cliente di modificare la pubblicità in programma poichè viola la sentenza dello IAP sull'uso di simboli nazionali. Tale sentenza vieta l'uso strumentale dei simboli dell'identità nazionale per finalità commerciali. Per tale motivo la Rai chiede al cliente di modificare lo spot lì dove richiama esplicitamente il primo articolo della Costituzione (cartello iniziale) e la parola Costituzione (sottolineata nel cartello finale).
L’azienda napoletana si rifiuta di fare le modifiche imposte dalla Tv di Stato. L'Amministratore Delegato e titolare del marchio di moda femminile Fracomina, Ferdinando Prisco, ha rigettato l'istanza della Rai chiedendo che lo spot vada in onda, così come è stato pensato e realizzato, negli spazi pubblicitari previsti.
L' AD di Fracomina si dichiara del tutto rispettoso per i codici della tv pubblica credendo, però, che appellarsi alla burocrazia per togliere significato e voce alla gente sia un'ingiustizia.
La rete boicotterà il discorso di Giorgio Napolitano?
Intanto il pubblico del web e gli internauti italiani reagiscono alla notizia con migliaia di messaggi e commenti. Molti boicotteranno il discorso del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano astenendosi dal seguire la trasmissione a reti unificate. Un folto gruppo di utenti, infatti, metterà in atto un vero e proprio sciopero, un segno di protesta contro un governo che non li rappresentata e non li protegge.
In un momento di crisi nazionale la gente decide di boicottare il governo a proprio modo, con i mezzi di cui dispone ed in questo caso lo fa decidendo di spegnere il mezzo di comunicazione attraverso cui i rappresentati dello Stato entrano nelle case degli italiani. Spegnendo la tv il popolo del web decide di non voler ascoltare più le parole vane degli uomini di potere.
La vicenda dello spot Fracomina sembra essere il punto di partenza dal quale si dirama e fuoriesce un malcontento sociale che va aldilà del singolo episodio censorio che ha coinvolto la casa di moda partenopea. Staremo a vedere se la censura vincerà sulle "indignate" italiane.