La National Gallery rivoluziona la sua collezione: più spazio alle donne dimenticate dalla storia
Provate a chiudere gli occhi e a pensare a un'artista donna, una pittrice. Probabilmente vi verranno in mente Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi o forse Georgia O'Keeffe e Tamara de Lempicka. Se invece pensate a un artista uomo, a un pittore, allora c'è l'imbarazzo della scelta, da Caravaggio a Matisse, da Leonardo Da Vinci a Picasso. Il "gender gap" nel mondo dell'arte è evidente: per ragioni storiche e culturali, le donne sono state molto più spesso muse e modelle per gli uomini, piuttosto che creatrici di arte. Non solo: anche nei ritratti il genere femminile è quello meno rappresentato. Per questo la National Gallery di Londra sta immaginando nuovi percorsi che diano molta più visibilità alle donne, sia come artiste che come soggetti delle opere.
Alla National Gallery 9 artisti esposti su 10 sono maschi
In questo momento la famosa Galleria londinese è chiusa: approfittando dello stop forzato alle visite dovuto alla pandemia ha deciso di portarsi avanti con un massiccio lavoro di ristrutturazione. La data di riapertura è fissata per il 2023 e, per allora, il museo si impegna ad aumentare in modo significativo il numero di donne rappresentate nella sua collezione. Fino ad oggi, secondo il Guardian, solo il 25% dei ritratti nella collezione permanente raffigura donne. Peggio ancora tra gli artisti: quasi 9 su 10 sono. maschi. Precisamente, l'88% sono uomini e il 12% sono donne.
Le storie dimenticate di donne straordinarie
Il progetto è una partnership con la casa di moda Chanel e si intitola "Reframing narratives: Women in Portraiture". Durerà tre anni e verrà curato da Flavia Frigeri, professoressa presso lo University College di Londra che da anni studia il ruolo delle donne nell'arte. Lo scopo è far conoscere artiste fino ad oggi rimaste nell'ombra, ma anche nobildonne o muse dei ritratti dimenticate dalla storia. Nei corridori del museo ci sarà spazio per le storie di straordinarie di donne sconosciute: imprenditrici, fotografe, reporter di guerra, soldati e ufficiali donne dell'esercito. Senza dimenticare artisti come Hannah Gluckstein, conosciuto come "Gluck", pioniere della fluidità di genere. Un nome quasi sconosciuto, ma che ora riprenderà il posto che le spetta nella storia.