La moda dopo il Covid-19, le proposte degli stilisti: dalle sfilate online alla produzione green

Il Coronavirus ha mandato in crisi l'economia mondiale, a causa del lockdown le aziende legate ad attività non essenziali sono state costrette a chiudere i battenti per circa 2 mesi, riducendo ai minimi storici i guadagni. Tra i settori più colpiti c'è il mondo della moda che, dovendo necessariamente rinunciare a eventi e sfilate, sta provando a rinnovarsi, così da poter ripartire in modo alternativo. Il primo a proporre una rivoluzione dell'industria fashion è stato Giorgio Armani, secondo lui si dovrebbe dire addio alla sovrapproduzione, ma nelle ultime ore c'è stato anche qualcun altro che ha espresso la sua. Si tratta di un gruppo di stilisti e retailer capitanati da Dries Van Noten che, in una lettera aperta, hanno spiegato in che modo si potrebbe sfruttare questo periodo difficile per cambiare dall'interno il settore moda.
La lettera aperta di stilisti e venditori
Tutto è partito all'inizio di aprile quando, in pieno lockdown durante una videoconferenza non ufficiale sul tema fashion, ad Andrew Keith, amministratore delegato di Lane Crawford, è stato proposto di vendere in forma scontata i capi primaverili rimasti invenduti. Dopo aver rifiutato l’offerta, quest'ultimo ha pensato bene di rivolgersi allo stilista Dries Van Noten che, sostenuto da altri 40 firmatari, da Altuzarra a Tory Burch, fino ad arrivare a Erdem, MyTheresa, Antonioli e molti altri, ha redatto una lettera aperta consultabile online. “Crediamo che la crisi attuale rappresenti un’opportunità per un cambiamento fondamentale e positivo che semplificherà le nostre attività, rendendole più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale e in definitiva allineandole maggiormente alle esigenze dei clienti", sono solo alcune delle parole chiave usate.
Si dirà addio alla distinzione uomo/donna?
L'obiettivo del gruppo di stilisti e retailer è quello di eliminare non solo la stagionalità degli abiti ma anche la distinzione tra guardaroba maschile e femminile. A partire dall'Autunno/Inverno 2020-21, si vorrebbero presentare i capi autunnali e invernali tra agosto e gennaio, quelli primaverili ed estivi tra febbraio e luglio, così da allineare la domanda e l'offerta. Come se non bastasse, si intende aumentare la sostenibilità del settore, riducendo gli sprechi nella produzione e i viaggi legati a eventi e sfilate, a questi si preferiranno degli show digitali che potranno essere seguiti direttamente da casa. Questa nuova idea di moda "fatta su misura" del cliente si rivelerà davvero efficace e rivoluzionaria?