L’età e lo stile di vita del papà hanno effetti sulla salute del feto: ecco perché

Essere genitori è una grossa responsabilità, ci si prende cura di un bambino fin dalla nascita, si fa tutto il possibile per realizzare i suoi sogni e soprattutto si cerca di educarlo nel migliore dei modi. Secondo uno studio del Georgetown university Medical Center, però, ad influire sul piccolo fin da quando è solo un feto sono anche l’età e lo stile di vita del papà.

Non si tratta di una questione genetica ma epi-genetica cioè dovuta ad alcune variazioni nella sequenza del Dna. L’età dei padri, in particolare, viene legata alla schizofrenia ed autismo, tanto che superati i 25 anni il rischio di avere figli affetti da malattie simili aumenta in modo significativo ogni 5 anni. Come se non bastasse, quando i genitori maschi cominciano a diventare troppo vecchi, crescono anche le possibilità di animali cardiache, di problemi ai muscoli, alle ossa, alla trachea e all’esofago. Non è solo l’ambiente ormonale, nutrizionale e psicologico fornito dalla madre ad alterare la struttura degli organi del feto ma anche le abitudini del papà che, se mangia in maniera eccessiva, se beve e fuma, mette a rischio il bimbo tramite le informazioni genetiche trasmesse dai suoi spermatozoi.

“Fino al 75 % dei bambini con sindrome feto-alcolica ha padri biologici alcolisti. Il che suggerisce che il consumo di alcol dei padri prima del concepimento può influire negativamente sulla prole”, ha spiegato Johanna Kitlinska, una delle principali autrici dello studio. Questa scoperta inquietante deve mettere in guardia il popolo italiano, dove il 30% dei nuovi padri ha il primo figlio dopo i 30 anni.