Joséphine Baker, la diva rivoluzionaria: è la prima artista nera al Pantheon di Parigi
Libera, emancipata, indipendente: la vita di Joséphine Baker è stata rivoluzionaria. Non solo perché con la sua arte ha sfidato la segregazione razziale o perché ha ridefinito lo stile degli anni Venti con la sua sensualità raffinata, ma perché è stata protagonista della resistenza al nazismo e ha sempre difeso i suoi ideali con coraggio e determinazione. Oggi Parigi le dedica il più grande tributo: le sue spoglie riposeranno al Panthéon, dove la Francia celebra i morti onorati, gli "Immortali" della patria. Baker è la sesta donna del Panthéon ed è la prima donna nera.
La vita di Joséphine Baker, la domestica diventata diva
Se i pregiudizi razziali pesano ancora oggi, immaginatevi come poteva essere la vita di una cantante e ballerina di colore nella Parigi di inizio Novecento. Nonostante questo, negli anni Venti Josephine Baker è una star internazionale: si esibisce nei teatri più importanti d'Europa e di fronte alle teste coronate, conosce personalmente Le Corbusier, Ernest Hemingway, George Simenon, Pablo Picasso e Jean Cocteau e pare abbia ricevuto una proposta di matrimonio da più di qualcuno di loro.
Ma la sua storia inizia molto lontano da Parigi, a St. Louis in Missouri, dove nel 1906 nasce Freda Josephine McDonald, una bambina con uno straordinario talento per il ballo. Cresce in un quartiere povero, dove conosce la crudeltà della segregazione razziale e la bellezza del blues. Da bambina lavora come domestica, poi come cameriera e inizia a esibirsi nei locali, dove è sempre più nota e richiesta. A soli 19 anni saluta gli Stati Uniti e inizia una nuova vita a Parigi.
Icona di stile e imprenditrice
Qui Joséphine Baker diventa una diva: la sua pelle suscita diffidenza, sì, ma anche curiosità. Nell'immaginario collettivo Joséphine Baker incarna l'erotismo selvaggio e misterioso di terre esotiche, e lei all'inizio indulge negli stereotipi per far fortuna: balla seminuda, con gonnellini di banane, imitando danze tribali. Ma man mano che la sua fama cresce, cresce anche la sua libertà: prende in giro gli stereotipi (e chi ci crede) e le sue performance sono sempre più audaci e ironiche. All'apice del successo diventa imprenditrice, lanciando una sua linea di prodotti di bellezza, un secolo in anticipo su molte altre star di oggi. Il suo stile definisce un'epoca: i "tirabaci" sulla fronte, il rossetto scuro sulle labbra, le pellicce, le cascate di gioielli e i cappelli di piume. Si sposa diverse volte e rivendica sempre la sua indipendenza nelle questioni sentimentali e sessuali.
L'impegno nella resistenza contro il nazismo
Ma la seconda guerra mondiale spazza via la frenetica vita notturna parigina: anche se con i soldi guadagnati Joséphine Baker potrebbe fare una vita agiata e ritirata, ma decide di impegnarsi politicamente. Si esibisce per le truppe, viaggia e trasporta documenti riservati tra le varie frontiere, certa che nessuno oserebbe mai perquisirla. Insomma, diventa una spia della resistenza al nazismo e riceve per questo la Legion D'Onore. Gli anni del dopoguerra sono difficili: soffre la solitudine, la rovina economica, ma non smette di impegnarsi per i diritti civili, soprattutto negli Stati Uniti, e adotta bambini da ogni parte del mondo per dimostrare che l'integrazione culturale è possibile.
Finisce i suoi giorni in Costa Azzurra, dove muore nel 1975. Oggi la Francia onora questa donna rivoluzionaria: indipendente, emancipata, impegnata contro il razzismo e contro le discriminazioni. Diva e spia, ma soprattutto libera.