J.Crew in bancarotta, è il primo brand di moda a dichiarare il fallimento in tempi di Coronavirus
Il Coronavirus non ha solo cambiato le abitudini quotidiane di ognuno di noi, costringendoci a rimanere in casa per quasi due mesi e a indossare la mascherina per uscire, ha avuto delle gravi ripercussioni anche sull'economia globale. Il lockdown è andato avanti per diverse settimane, mettendo in crisi innumerevoli aziende, ritrovatesi con entrate e guadagni pari a zero. Il settore delle vendite al dettaglio, che per ora sia in Italia che nel resto del mondo deve ancora deve ripartire, è uno dei più colpiti. J Crew, brand fashion americano nato negli anni '80, è la prima vittima dell'epidemia: nelle ultime ore ha dichiarato la bancarotta ma ora, dopo aver raggiunto un accordo con i creditori, spera di poter ristrutturare il debito e ripartire il prima possibile.
J.Crew, 80 milioni di perdite nell'ultimo anno
J.Crew è la prima vittima del Coronavirus nel settore delle vendite al dettaglio: il brand ha infatti dichiarato la bancarotta in pieno lockdown dopo aver registrato quasi 80 milioni di perdite nette nell'ultimo anno. Nell'attesa di riaprire gli oltre 500 negozi sparsi in giro per il mondo, ha raggiunto un accordo con i creditori per ristrutturare il debito, assicurandosi una linea di credito da 400 milioni di dollari. "Mentre attendiamo di riaprire i nostri punti vendita il più rapidamente possibile e in sicurezza, questa ampia ristrutturazione finanziaria dovrebbe consentire alle nostre attività e ai nostri marchi di prosperare per i prossimi anni", ha dichiarato Jan Singer, l'amministratore delegato del brand. A pagare le conseguenze del fallimento sono soprattutto i quasi 15.000 dipendenti, dei quali 10.000 lavoravano part-time nei negozi, che a partire da questo momento non hanno più uno stipendio fisso.
J.Crew, dalle vendite casalinghe a Michelle Obama
J.Crew è un brand americano di abbigliamento e accessori per donna, uomo e bambini. È stato fondato nel 1983 da Mitchell Cinader e Saul Charles , all'inizio si chiamava Popular Merchandise e vendeva sotto il nome di Popular Club Plan servendosi di un catalogo di vendita diretta e di alcune dimostrazioni a casa. Solo nel 1989 è arrivato il nome attuale e l'apertura del primo negozio fisico a Manhattan. Nel corso degli anni, merito i prezzi non eccessivi e lo stile preppy, l'azienda è diventata sempre più rinomata, tanto da essere arrivata ad aprire 575 store in tutto il mondo. A contribuire al successo internazionale sono state le star, da Michelle Obama a Katie Holmes, fino ad arrivare a Meghan Markle, che spesso durante le loro apparizioni ufficiali hanno indossato dei capi del marchio dal mood bon-ton. A partire dal 2015 l'azienda ha vissuto un momento di crisi poiché non riusciva a sostenere la concorrenza del mercato fast fashion, cosa che ha causato il licenziamento di 250 dipendenti, ma negli ultimi anni era riuscita a riprendersi. Oggi ha annunciato la bancarotta in seguito alla pandemia ma spera che con la riapertura degli store possa sanare il debito con i creditori.