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In gravidanza col Coronavirus. La storia di Isabel: spero che quando nascerà mia figlia sarà finito

Diventare madri è tra le esperienze più belle che una donna possa vivere. Ma essere in dolce attesa in un momento così complesso, con un pandemia in atto, non è assolutamente facile. Abbiamo chiesto cosa si prova e quali sono le sue paure a una madre che vive a Castelgerundo, uno dei comuni da subito messo in isolamento.
A cura di Beatrice Barbato
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Diventare madre è tra le esperienze più belle della vita di una donna. Scoprire come il proprio corpo possa trasformarsi in una casa accogliente e calda, pronta a ospitare un piccolo inquilino, ci fa rendere conto di quanto sia grande a volte la vita. Sicuramente non sono nove mesi semplici, paure fino ad allora sconosciute si affacciano per la prima volta tra i pensieri. "Che madre sarò?", “Sono pronta o è troppo presto", “Il mio bambino sarà in salute?" sono solo alcune delle centinaia di domande che affollano la testa delle neomamme. L'amore, però, ha un potere straordinario e il più delle volte è in grado di sconfiggere tutti questi timori.

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Vivere la gravidanza ai tempi del Coronavirus

Cosa si prova, però, se si è costrette a vivere la gravidanza restando chiuse in casa mentre il mondo fuori è sconvolto da una pandemia? Cosa accade quando alle normali paure di una donna che sta per diventare madre si aggiungono preoccupazioni mai provate? Lo abbiamo chiesto a Isabel, mamma di un bimbo di tre anni e al quarto mese di gravidanza, che vive a Castelgerundo, uno dei dieci comuni della provincia di Lodi messo in isolamento sin dall'inizio dell'emergenza da Coronavirus in Lombardia. «Le mie sono preoccupazioni da mamma, lo dice la parola stessa. Da mamma ho pensato prima al bambino che porto in grembo. Anche io sono giovane, ma la preoccupazione principale è per i miei figli». L'emergenza da Coronavirus sta cambiando completamente il modo che ognuno di noi ha di approcciarsi anche alle cose più semplici. Stiamo rimpiangendo le passeggiate all'aria aperta, il poter camminare per strada mano nella mano e la spensieratezza delle giornate primaverili. Persino immaginarsi tra qualche mese con un un figlio appena nato tra le braccia acquista un altro sapore, soprattutto perché, per una mamma, tutto si moltiplica: amore, angosce, precauzioni. Non si pensa più solo a se stesse ma prima di tutto al bene dei propri figli.

Le attività in casa per chi ha figli piccoli

Per chi ha dei bambini piccoli a casa la situazione è anche più difficile. Bisogna far comprendere loro perché non si può andare al parco, incontrare l'amico del cuore, andare a pranzo dalla nonna e allo stesso tempo cercare di non portar via tutta la spensieratezza che meritano di vivere. «Mio figlio ancora non parla tanto, stiamo cercando di fargli vivere questo momento un po’ più alla leggera, facendogli vedere i cartoni animati, non ascoltando i telegiornali. Cerchiamo di tenerlo il più possibile nel bello», ha raccontato Isabel, che fa quello che può per intrattenerlo tra le quattro mura di casa. «È ancora piccolo, tentiamo di distrarlo, di farlo giocare, tenendolo comunque sempre protetto ed evitando zone affollate. Ci impegniamo con le cose che possiamo fare restando rinchiusi in casa. Abbiamo realizzato un grande disegno insieme alla zia, ad esempio, abbiamo attaccato quattro fogli insieme e dipinto un arcobaleno, lo abbiamo colorato e ricopiato anche l’impronta della sua mano. E poi abbiamo scritto "Andrà tutto bene". Il disegno è stato pubblicato sul sito di Rai Yoyo, il canale dove lui guarda i cartoni. Quando lo ha visto è rimasto stupito e infatti ha fatto un video dove a modo suo ha voluto ringraziare, era felicissimo».

La quarantena di Isabel tra paure e speranze

Se per il resto dell'Italia la quarantena è cominciata solo da poco più di una settimana, per alcuni comuni della Lombardia come Castelgerundo a breve sarà un mese. Giorni che sembrano weekend senza fine, uguali l'uno all'altro e che vengono scanditi da pochi semplici momenti: il pranzo, la cena, qualche canzone cantata affacciati al balcone e di nuovo così. «Tra pochi giorni è un mese che siamo chiusi in casa, è un qualcosa che non finisce più. È tanto tempo, ma se si pensa a cosa si può andare incontro diventa un po’ più semplice affrontarlo». L'importante è non lasciarsi prendere dallo sconforto, ma affrontare tutto con lucidità e buon senso e cercare di trovare la bellezza nelle piccole cose. «Paure a parte, perché quelle non vanno via, sto cercando di viverla bene, restando protetta. Proprio per questo sono a casa e cerco di uscire il meno possibile, per essere più tranquilla e non avere poi dei riscontri negativi. Ieri sono andata ad esempio a fare una ecografia morfologica. Mi hanno detto che sono in attesa di una femminuccia, cerchiamo di essere contenti. Bisogna tentare di fare il possibile, per mio figlio, per il mio compagno, per me stessa, per tutti».

I beni di prima necessità

Passano i giorni, è vero, ma si fa ancora fatica a pensare che la vita sia diventata davvero questa, costretti a guardare il mondo attraverso una finestra. «Mi sono resa conto quasi da subito che non era una cosa da prendere alla leggera, sentendo anche il telegiornale. La cosa che ti fa rimanere impietrita e che non ti aspetti è di vedere l’ospedale di Codogno, il supermercato. Lì andiamo a fare la spesa, non quotidianamente, ma spesso, soprattutto nel mio caso, quando mancano pannolini e salviette. Vedere le immagini di Codogno deserta, tutti quei giornalisti, ti fa capire che sta succedendo qualcosa di grande. Una situazione che non sai descrivere fino a che non la vivi». Per il resto si cerca di fare ciò che si può, cercando di uscire il meno possibile, se non laddove è necessario. Isabel, ad esempio, può contare sull'aiuto della famiglia, tra mamma, sorella e suocera che a turno provvedono ad acquistare per lei i beni di prima necessità. «Cerchiamo di andare il meno persone possibile, meno volte possibile. Dovrebbe essere così per tutti non solo per me che sono incinta e sono mamma, ma anche per chi è solo e ha nonni o genitori di una certa età. Si parla di buon senso».

Le speranze per il futuro

Quello stesso buon senso con cui sta cercando di affrontare questi mesi delicati. I conti Isabel li finirà il 30 agosto, nel frattempo, tra una precauzione e l'altra, potrà scegliere il nome della piccola principessa che riempirà di gioia la loro casa. «Stiamo ragionando su alcuni di nomi, abbiamo pensato di scrivere dei bigliettini e metterli in un cappello e a sceglierlo sarà mio figlio. Dato che lui non parla ancora, lo facciamo decidere in questo modo. Mi auguro che per allora la situazione sarà più tranquilla. È un augurio che faccio anche a tutte le mamme che mettono al mondo i loro bambini in questo periodo buio».

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