In bocca al lupo: perché si dice e cosa bisogna rispondere
"In bocca al lupo": quante volte diciamo questa frase e quante volte ce la sentiamo rivolgere. Ormai è un'espressione a sé, slegata dalla somma delle singole parole, con un fascino e un senso tutto suo, degno di una formula magica. Ma cosa significa veramente e da dove viene questo modo di dire?
Sembra assurdo, ma una risposta definitiva gli studiosi ancora non l'hanno trovata. La prima spiegazione è quella più diffusa, accettata anche dall'Accademia della Crusca: il lupo nell'antichità veniva spesso considerato simbolo del male, del pericolo, e per questo l'espressione indicherebbe l'augurio scaramantico di non finire tra le sue grinfie, a cui è giusto rispondere "crepi", sottintendendo il nome dell'animale. Le origini risalirebbero a un'antica consuetudine diffusa tra i cacciatori, per augurarsi una battuta di caccia proficua e senza complicazioni.
Spostandoci dal silenzio del bosco al tumulto del mare, troviamo un'altra possibile spiegazione. La "bocca del lupo" sarebbe semplicemente la lavagna su cui i capitani delle navi sbarcate in porto avevano l'obbligo di registrare i carichi trasportati, e quindi l'espressione equivarrebbe semplicemente a "buon viaggio". In questo caso la risposta che tutti conosciamo non avrebbe senso.
Ci sono poi due spiegazioni, vicine tra loro e dal sapore più dolce e romantico, in cui il lupo non è il fiero e malvagio maschio, ma la sua dolce e protettiva compagna. La lupa porta i piccoli in bocca nei suoi spostamenti per essere sicura di non metterli in pericolo, come gesto di protezione estrema. Stessa cosa per chi nel detto vede addirittura il simbolo incontrastato della Città Eterna, la Lupa di Roma, che ha allattato i gemelli Romolo e Remo salvandoli da morte certa, con una lettura ancora più positiva. In questo caso altro che "crepi", le risposte più adatte sarebbero molto più concilianti, da un caloroso grazie a un allegro "viva il lupo!".