Il web non è un luogo per donne? Sono ancora troppi gli abusi e le discriminazioni
Il cyberspazio non sarebbe un posto così sicuro per le donne e a dirlo è proprio il padre del World Wide Web, Tim Berners-Lee. Per l'informatico britannico, che ne ha parlato in una lunga lettera aperta, pubblicata sul sito della World Wide Web Foundation, sarebbero continue le discriminazioni e le molestie sessuale che le donne subiscono proprio navigando in rete. L'invito arriva un anno dopo il Contract for the web, un piano d'azione globale per rendere il mondo online sicuro e responsabilizze per tutti, stipulato dallo stesso Berners-Lee, ma nulla di tutto ciò, come ha evidenziato nella lettera, sarebbe davvero possibile se prima non si rendesse Internet un luogo in cui vige a tutti gli effetti la parità di genere.
«Il mondo ha fatto importanti progressi sulla parità di genere grazie alla spinta incessante di promotori impegnati ovunque. Ma sono seriamente preoccupato che i danni online a donne e ragazze, in particolare quelle di colore e ai membri delle comunità LGBTQ + e di altri gruppi emarginati, minaccino questo progresso. Ciò dovrebbe riguardare tutti noi. I diritti delle donne sono diritti umani e sono fondamentali per una società sana».
Discriminazione di genere, dal divario digitale alla poca sicurezza online
Sarebbero tre i punti da cui partire e che richiedono più urgenza: il primo ha a che fare con il profondo divario digitale che costringe ancora più della metà delle donne del mondo a non avere accesso alla rete, per motivi economici o perché non in possesso degli strumenti e delle competenze per poterne usufruire. «Questo divario rinforza le disuguaglianze esistenti e impedisce a milioni di utenti di utilizzare il Web per apprendere, guadagnare e far sentire la propria voce». In secondo luogo si parla di sicurezza: un ricerca della Web Foundation e della World Association of Girl Guides and Girl Scout ha evidenziato come oltre la metà delle donne ascoltate abbia subito violenza online. Questo abuso, per Berners-Lee costringerebbe molte donne ad abbandonare il lavoro e a saltare la scuola, causando in questo modo un deterioramento profondo delle relazioni. La terza minaccia avrebbe a che fare con i sistemi di intelligenza artificiale che, progettati in maniera non adeguata, aggravano la discriminazione. «Troppo spesso gli algoritmi riproducono e persino approfondiscono le disuguaglianze esistenti. Nel 2018, è stato necessario eliminare un importante strumento di reclutamento automatizzato perché sottoponeva sistematicamente a una selezione insufficiente delle donne a causa della formazione sui dati storici in cui i ruoli erano ricoperti da uomini».
Il Web deve accorciare le distanze
In un momento storico così complesso quale quello che stiamo vivendo, e con l'emergenza da Coronavirus che sta costringendo le persone a restare a casa, l'importanza del web è ancora più evidente, per continuare a lavorare, per seguire lezioni online, per tenersi informato. La stessa esigenza, del resto, avvertita nel 1989 quando Tim Berners-Lee, fisico al Cern di Ginevra, ebbe l'idea di creare questo gigantesco database con cui poter condividere studi e dati con i ricercatori di tutto il mondo, in maniera veloce e gratuita. Da quel 6 agosto 1991, quando fu lanciato il primo sito web, di passi ne sono stati fatti tanti ma ancora molti ce ne sono davanti a noi, soprattutto per quanto riguarda la parità di genere. È per questo che il punto di ripartenza per Tim Berners-Lee è costruire nuove partnership, mirate alla realizzazione di campagne contro gli abusi online. Il web, ora più che mai, deve essere uno strumento con cui potersi sentire vicini anche adesso che le distanze imposte ci tengono lontani, e deve valere per tutti, che siano uomini o donne.