Il viaggiatore, l’artista, il vagabondo: Louis Vuitton riscrive le regole dell’abbigliamento da uomo
Che cosa vuoi fare da grande? Partendo da questa domanda Virgil Abloh disegna la collezione maschile Louis Vuitton per il prossimo autunno inverno: immagina una galleria di "persone normali" in cui però nulla è come ci si aspetta: c'è l'artista, il venditore con la sua valigetta, l'impiegato con il giornale sottobraccio, i ragazzi sulla panchina. Più che una sfilata una vera e propria performance artistica di 13 minuti in cui si sono esibiti artisti come Kandis Williams, il performer non binary Tosh Basco e i rapper Saul Williams a Yasiin Bey. Nella nuova "normalità" immaginata dallo stilista Abloh sono i dettagli a stravolgere i completi gessati, i cappotti lunghi fino ai piedi, i trench e le camicie impiegatizie a maniche corte: maxifibbie dorate, fiori all'occhiello versione oversize, sovrapposizioni di gonne e pantaloni, stivali texani verde prato o rosso acceso.
Una collezione per scardinare i pregiudizi
Il video di presentazione della collezione si apre con un viaggiatore che attraversa un paesaggio innevato: una scena ispirata al libro di James Baldwin "Stranger in the Village" del 1953, che racconta la storia di un uomo afroamericano in un villaggio svizzero. Un'esperienza da outsider che è la stessa di Abloh, un designer nero di origini ghanesi che si è fatto strada nel mondo dell'elitario mondo della moda europea.
Attraverso i vestiti presentati in collezione Virgil Abloh vuole scardinare i pregiudizi legati a razza, genere, classe sociale: e così il vagabondo indossa un completo grigio, le gonne a pieghe si sovrappongono ai pantaloni nei completi formali, il fiore all'occhiello diventa una maxi applicazione sulle giacche e il Kente, il tessuto intrecciato tipico del Ghana, viene drappeggiato su bomber in una contaminazione di stili.
Virgil Abloh immagina un viaggiatore tra mondi diversi
Il tema del viaggio accompagna tutta la collezione: i modelli si muovono con borsoni, ventiquattr'ore e carrellini con le ruote tra i marmi del Paris Tennis Club, che sembra la trafficata hall di un aeroporto. La forma stilizzata di un aereoplano torna come simbolo ricorrente sui maglioni, sui bottoni dei cappotti lunghi fino a terra e perfino nella forma dei borsoni. I modelli "indossano" modellini di città come New York e Parigi e portano borsoni con su scritto "Tourist vs Purist", turista verso purista.
I look immaginati da Virigl Abloh mixano capi di culture diverse: gli stivali texani, i capelli a tesa larga, la tuta da pilota e i trench metallizzati. Nella nuova "normalità" immaginata dal designer sono i dettagli a fare la differenza: la giacca abbottonata volutamente male, il cappotto lungo fino al pavimento, i bottoni a forma di omino o di motocicletta e le maxi fibbie delle cintura. Il colore dominante è il verde: un simbolo di speranza e di ottimismo per un futuro più sereno dopo l'anno della pandemia.