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Il seno per sponsorizzare il pollo scatena la polemica: la pubblicità è sessista

Un cartellone pubblicitario apparso a Barletta nelle ultime ore sta facendo il giro del web. Si mostra un seno femminile accanto ad un pollo con la didascalia “Petto? Ce n’è per tutti”. La pubblicità è stata considerata sessista ed offensiva ed è per questo che dovrà essere ritirata da ogni mezzo di comunicazione.
A cura di Valeria Paglionico
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Nelle ultime 24 ore è stato fortemente criticato un cartellone pubblicitario apparso tra le strade di Barletta. Per pubblicizzare una polleria, si è accostata un‘immagine femminile di un seno quasi nudo a quella di un pollo, il tutto accompagnato dalla didascalia: “Pollo? Ce n’è per tutti”. Fin dal primo momento sono state innumerevoli le proteste sul web che hanno definito quella pubblicità sessista e di cattivo gusto, tanto che il sindaco Pasquale Cascella, appena appreso dell’accaduto, si è visto costretto ad intervenire.

Ha chiesto un parere al comitato di controllo dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, che ha subito dato la sua sentenza definitiva. Ha definito quella pubblicità “Una carica offensiva della dignità della donna”. Sono state riscontrate delle violazioni al Codice di controllo in materia ed è proprio per questo che il cartellone non potrà più essere mostrato e diffuso su ogni tipo di mezzo di comunicazione. Lo stesso Cascella ha affermato:

Il titolare dell’esercizio commerciale in questione ha preso atto dell’ingiunzione sostenendo che il contenuto della pubblicità ha travalicato e prevaricato il senso del messaggio commerciale. Ha, quindi, chiesto di rappresentare le sue personali scuse alle donne che si sono considerate offese dal messaggio. E ha assicurato che quella campagna pubblicitaria non proseguirà in alcuna altra forma e mezzo, riconoscendo così il rispetto dovuto a tutte le donne.

Quello che non è stato proprio accettato e tollerato è il fatto che il corpo femminile sia stato mercificato e sfruttato per vendere dei semplici polli. Il titolare della polleria, in ogni caso, ha chiesto pubblicamente scusa per la strategia pubblicitaria offensiva nei confronti del sesso femminile. Sicuramente non commetterà più un errore del genere.

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