Il ritorno di Sailor Moon, la prima eroina femminista della nostra infanzia
Sailor Moon sta per tornare: la paladina della giustizia che veste alla marinara arriverà su Netflix il 3 giugno 2021. Il colosso dello streaming ha annunciato tramite un comunicato che renderà disponibile sulla sua piattaforma il film Pretty Guardian Sailor Moon Eternal – The Movie, il primo vero film della saga. La notizia ha mandato subito in visibilio i social: chi era bambino negli anni Novanta ricorderà le tante merende passate in compagnia del cartone animato giapponese e, a giudicare dall'entusiasmo, l'impatto culturale è stato enorme. Nato dalla fantasia di una fumettista, Naoko Takeuchi, il manga affrontava esplicitamente molte questioni legate all'identità di genere e all'orientamento sessuale. Sailor Moon è stato il primo grande modello per le bambine di quella generazione: la storia di un'amicizia al femminile in grado di salvare il mondo.
Bunny, l'eroina pigra e svogliata come tutte noi
Sono passati 26 anni da quando il cartone tratto da un manga è andato in onda per la prima volta: sarà la nostalgia degli anni Novanta, sarà che Sailor Moon è stato il primo esempio di empowerment, ma il web è letteralmente impazzito alla notizia di rivedere le eroine di infanzia in una nuova avventura. La protagonista, Bunny, era l'antieroina per eccellenza: pigra, svogliata e fifona, è una normale adolescente che va male a scuola e passa molto del suo tempo a fantasticare sul ragazzo dei suoi sogni. Insomma, Bunny è una di noi. Tutto ci si può aspettare da questa adorabile imbranata tranne che sia in grado di lottare contro le forze del male. E qui arriviamo al momento che tutte da bambine abbiamo sognato: la trasformazione. In uno spettacolare gioco di luci, la scolaretta timida e ingenua Bunny si trasformava in una guerriera dotata di poteri magici: ogni ragazza normale, suggeriva il cartone, nasconde in sé una forza straordinaria.
Ogni bambina si riconosceva in una guerriera Sailor
E poi ovviamente c'erano le altre guerriere Sailor, perfino più interessanti e in gamba della protagonista stessa: Sailor Mercury, studiosa e intelligente, Sailor Jupiter, orfana e emarginata ma dotata di una grande forza interiore, Sailor Mars, la sacerdotessa energica e generosa. Tutte, a modo loro, erano incomprese: trovavano la loro forza e il loro sostegno all'interno del gruppo. La loro amicizia mostrava come si possa essere unite nonostante le differenze reciproche: tutti i gruppi di bambini potevano riconoscersi nei diversi caratteri, giocando a "impersonare" una delle guerriere Sailor. Le più fortunate ricevevano in regalo a Natale lo scettro di Sailor Moon, un giocattolo di plastica con lucine ed effetti sonori che all'epoca bastavano a farci sentire magiche.
Un universo femminile e LGBTQ+
Tutto l'universo Sailor era a conduzione femminile: l'universo era retto da una sovrana e doveva essere salvato da cinque giovani ragazze. I personaggi maschili, diciamocelo, erano decisamente marginali. A parte le rose rosse, di Milord nessuno si ricorda nulla. Studia all'università ma non si sa bene cosa, quando serve non c'è mai e sul più bello sparisce senza lasciare traccia. La storia d'amore che veramente ha lasciato il segno è un'altra: quella tra Sailor Uranos e Sailor Neptune, una delle coppie lesbiche più iconiche del mondo dei fumetti. Nonostante i vari tentativi di censura nelle varie edizioni, il rapporto tra le due era palesemente una storia d'amore. Perfino Bunny prova attrazione per Heles, e nonostante l'amore per Marzio scatta un bacio. Di serie in serie, l'autrice Naoko Takeuchi ha arricchito la saga di nuovi guerrieri e di nuovi cattivi che esploravano diverse sfumature della sessualità e dell'identità di genere: un esempio sono Seiya, Taiki e Yaten, uomini sulla Terra ma donne guerriere dopo la trasformazione. In Sailor Moon è sempre l'amore a trionfare, a prescindere dalle etichette: ecco perché oggi più che mai abbiamo bisogno di tornare a sognare con Sailor Moon.