Il colosso Inditex chiude i negozi di Pull&Bear, Stradivarius e Bershka in Cina

Il colosso dell'abbigliamento low cost Inditex potrebbe chiudere tutti i negozi di Bershka, Pull&Bear e Stradivarius in Cina, lasciando attivo solo l'e-commerce: lo ha reso noto il sito di WWD, che cita fonti anonime vicine alla multinazionale spagnola fondata da Amancio Ortega. I tre brand manterranno attivi i canali di e-commerce e nessuna chiusura è prevista per gli altri marchi del gruppo: Zara, Zara Home, Oysho e Massimo Dutti. Dal gruppo Inditex non è ancora arrivata alcuna conferma ufficiale. Alcuni mesi fa però il colosso aveva annunciato la sua strategia per fronteggiare la crisi post-Covid: entro il 2022 il gruppo chiuderà complessivamente 1200 piccoli negozi per concentrarsi solo sui flagship stores più grandi e sui canali di vendita online.
La concorrenza dell'online
Attualmente in Cina sono aperti 34 negozi del marchio Bershka, 37 della catena Pull&Bear e 22 punti vendita Stradivarius: si tratta di brand low cost di abbigliamento casual, rivolti soprattutto a un pubblico giovane. Entro la fine di gennaio i quasi 100 negozi potrebbero abbassare definitivamente le saracinesche, dopo 11 anni di attività: sono arrivati in Cina nel 2009, dopo la grande crisi finanziaria, e negli anni hanno sofferto la crescente competizione dello shopping online. La pandemia ha fatto impennare l'e-commerce, unica alternativa praticabile durante il lockdown. Un ex addetto alle vendite di uno store Bershka a Guangzhou ha dichiarato a WWD che il brand ha iniziato a liquidare la merce a giugno del 2020, seguito a ruota dai punti vendita Pull&Bear e Stradivarius della stessa località.
Il cambio di strategia di Inditex
I clienti cinesi potranno ancora comprare i prodotti di Bershka, Stradivarius e Pull&Bear sui loro siti web o su Tmall, lo store online di proprietà di Alibaba, che vanta 755 milioni di utenti attivi mensilmente. Il colosso spagnolo ha chiuso il terzo trimestre del 2020 con un fatturato di 6,1 miliardi di euro, contro i 7 miliardi dello stesso periodo del 2019. L’utile netto è diminuito del -26% rispetto all’anno scorso. In questi mesi di pandemia le vendite online hanno fatto la parte del leone, registrando una crescita del 76% a valuta costante. Dati che hanno portato il gruppo Indetex a riorganizzare la propria strategia. Nessun cambiamento, sottolinea WWD, è previsto per gli altri negozi del gruppo: la famosa catena Zara manterrà tutti i suoi punti vendita in Cina, così come Zara Home, Massimo Dutti e il brand di lingerie e abbigliamento sportivo Oysho.