Quando guardavamo in tv le immagini del Black Friday negli Stati Uniti ci sembrava un fenomeno folkloristico e un po' esagerato, lontanissimo da noi. Accampamenti fuori dai centri commerciali, orde di persone che entravano correndo nei negozi razziando tutto ciò che era esposto sotto l'insegna -75% . Le invasioni barbariche del consumismo ci sembravano un altro mondo. Oggi però anche le nostre vetrine urlano "Black Friday" a caratteri cubitali, e le nostre caselle mail esplodono di offerte irripetibili, irrinunciabili, irresistibili. Già, come resistere alla marea di sconti che promettono di farci risparmiare sui regali di Natale? Pensando che nella maggior parte dei casi non risparmieremo affatto: compreremo cose di cui non abbiamo bisogno, allettati dal cartellino scontato, e ancora una volta a farne le spese sarà l'ambiente.
Perché boicottare la corsa all'acquisto compulsivo
Il Black Friday è nato negli Stati Uniti per spingere le persone a fare acquisti approfittando del giorno dopo il Ringraziamento, il venerdì, in cui erano a casa dal lavoro. L'entusiasmo per i prezzi stracciati si è progressivamente diffuso nel mondo anglosassone e in Europa, allargandosi fino al lunedì successivo, il cosiddetto Cyber Monday. Parallelamente al successo, però, sono cresciute anche le critiche e i tentativi di boicottaggio. Innanzitutto, una politica di sconti così aggressiva può essere messa in pratica solo dalle grandi catene e dai colossi dello shopping online come Amazon, che già mettono in difficoltà i piccoli commercianti. La martellante campagna di questi giorni punta sul fattore impulsività, mettendo in difficoltà chi ha un problema con lo shopping compulsivo. Come se ci sussurrasse all'orecchio: hai 24 ore per fare affari, sbrigati, compra qualcosa. In sostanza, anziché risparmiare, spesso si finisce per spendere di più. Per questo sempre più commercianti e attivisti boicottano l'iniziativa, puntando invece su fiducia, qualità e shopping consapevole.
Il costo del Black Friday lo paga l'ambiente
C'è poi un fattore che non possiamo ignorare: il costo ambientale del Black Friday. Una grossa fetta dello shopping di questa settimana avviene online, generando un enorme spostamento di merci da una parte all'altra del pianeta. Il che si traduce in camion, corrieri, scatoloni e imballaggi in plastica: una spinta niente male all'inquinamento. Essere attenti all'ambiente e avere uno stile di vita sostenibile non significa solo rinunciare alla bottiglia in plastica o all'auto, significa cercare di sfruttare al massimo ciò che si ha prima di fare nuovi acquisti. Un conto è rimandare una spesa pianificata al 26 novembre per approfittare degli sconti, un altro è cedere alla tentazione e comprare cose che non ci servono (e che probabilmente nemmeno useremo) solo perché oggi "costano meno". Quante volte abbiamo strisciato la carta solo per assecondare un impulso, trascinati dall'euforia collettiva?