Ho vissuto una settimana senza smartphone ed ecco cosa mi è successo
Email, Facebook, Twitter, Instagram, fotografie, Whatsapp, Skype, Car Sharing e contachilometri sono solo alcune delle applicazione che ormai fanno parte della nostra vita e senza le quali dovremmo ricalcolare la routine giornaliera. Nel 2016 è ancora possibile vivere senza uno smartphone? La domanda mi è passata per la testa parecchie volte e per ottenere una risposta ho deciso di rispolverare il mio vecchio telefono e vivere 7 giorni senza smartphone: ecco cosa mi è successo.
Giorno 1
La giornata inizia malissimo, accanto all'ascensore gli operai hanno lasciato un bidet e un water nuovi e senza smartphone non ho potuto scattare una fotografia “in attesa” del mio turno. Me ne farò una ragione. Accendo il vecchio telefono per controllare il livello di batteria, l'ultima volta l'ho utilizzato 6 mesi fa per un trekking in tenda dove non avevo la possibilità di ricaricare il telefono e, magicamente, è ancora carico. Evito quindi di attaccarlo alla corrente, cerco l'adattatore della microsim, riavvio, imposto ora e data e invio il primo sms di “Buongiorno”. Le varie notifiche dei social network, di Whatsapp e le email dovranno attendere il mio ritorno dalla passeggiata con il cane, quando potrò accedere al computer. L'inizio sembra semplice, la giornata procede in un totale abbandono da parte degli amici che ancora non sanno dell'esperimento. Arriva la prima chiamata: “ti ho scritto per vederci, ma dice (WA) che non hai visualizzato, tutto bene?”. Capisco che ormai funziona così, se non rispondi sei morto, in qualche fossa, sotto ad un tram o rapito dagli alieni poco importa, in ogni caso ti è sicuramente successo qualcosa di estremamente grave. Per fortuna c'è chi si ricorda del tasto “chiama” o, più moderno ancora, dei messaggi su Facebook, leggibili da computer.
Giorno 2
Le svariate partite a Snake non hanno minimamente scomposto la batteria del telefono che è ancora carica, per fortuna, visto che non trovo il caricabatterie. Qualche sms inizia ad arrivare, anche se le conversazioni si sono spostate su Messenger di Facebook, lo ammetto, è proprio difficile ricominciare a seguire i ritmi del 2001. Certo, ora non ho bisogno della ChristmasCard perché il piano tariffario prevede già un centinaio di messaggi compresi al giorno per una cifra davvero bassa, ma l'assenza di foto, messaggi vocali o video rende la comunicazione via sms meno allettante.
Giorno 3
La Sindrome da Vibrazione Fantasma inizia a svanire. La suoneria di chiamate e messaggi del telefono è talmente chiara (volumi assurdamente alti e tremori in stile terremoto) e limitata (sms o chiamate) che il mio cervello sente di potersi rilassare senza l'ansia di dover immaginarsi notifiche di commenti su Facebook, cuoricini su Instagram o Email. Il telefono lavora per lui, quando c'è bisogno sa come farsi notare, tutto ciò mi rende più “spensierata”, tanto che me lo scordo a casa.
Giorno 4
Consapevole che il tragitto in auto di oggi avrebbe previsto l'arrivo presso un indirizzo sconosciuto, controllo il percorso a casa, dal computer. Mi segno mentalmente il quartiere e mi ripeto che in macchina ho il navigatore e che non avrò bisogno dello smartphone. Ovviamente la legge di Murphy, che sempre ci accompagna, ha fatto sì che la via risultasse sconosciuta. Urlo, piango, tiro testate al volante, riurlo, insulto quello che mi suona per chiedermi se sto uscendo dal parcheggio, respiro, faccio mente locale e mi dico che se Cristoforo Colombo ha raggiunto le Americhe, io potrò arrivare a destinazione, poi però mi ricordo che lui puntava alle Indie, ripanico, rimente locale. Alla fine ho raggiunto la via, una volta trovato il quartiere ho fatto “come gli antichi” e chiesto indicazioni ai passanti, forse ci ho messo di più, ma in fondo è stato divertente.
Giorno 5
Che problemi hanno le radio commerciali? “Locked Away” di Rock City e Adam Levine è sicuramente una canzone bellissima, ma immagino che, facendo una ricerca minima, sia possibile trovare altri brani. Su dieci volte in cui ho preso l'auto dal Giorno 1, ho cantato questa canzone almeno 5 volte. Non pensavo, ma Spotify mi manca, mi manca pure la voce del ragazzo della pubblicità che cerca di rifilarmi l'account Premium, se mi parlasse in questo istante farei l'abbonamento annuale sicuro.
Giorno 6
Oggi carico il telefono. Un'ora ed è già pronto all'uso. Lo metto in tasca ed esco. Vedo arrivare il tram, corro per non perderlo e il telefono vola in aria e si frantuma in mille pezzi al suolo. Fosse stato uno smartphone probabilmente sarei svenuta, invece recupero la tastiera, il coperchio, la sim, la batteria, lo ricompongo, lo accendo, imposto ora e data ed è come nuovo. Ho perso il tram, ma non 200 euro (minimo) per un nuovo acquisto.
Giorno 7
Oggi si rischia grosso. Gita in montagna con amiche e cani, dove le indicazioni scarseggiano. Insomma, perdersi è un attimo. E ovviamente è successo. Lo ammetto, colpa mia, ho preso un sentiero indicato che, senza saperlo, tagliava la montagna. E con “tagliava” intendo che portava perpendicolarmente alla vetta. Tra risate, “dove cavolo siamo” e chi chiede di essere abbandonata sul percorso, arriviamo a destinazione. Loro hanno lo smartphone e scattano qualche fotografia commemorativa della grande impresa escursionista portata a termine. Io invece mi limito a guardare il paesaggio, le montagne che si trasformano in una città che prosegue in mare, i cani che saltano, corrono, ci aspettano, fanno pipì e si rotolano, e le amiche che non vedevo da tanto tempo. Sulla via del ritorno, le incertezze sul sentiero da seguire sono molte. Basterebbe cercare su GoogleMaps, ma decidiamo di lasciarci prendere dal nostro senso dell'orientamento che, almeno questa volta, non ci ha tradite.
La settimana senza smartphone si conclude. La durata della batteria e l'immortalità dei vecchi telefoni e la dipendenza dalla socialità tipica degli smartphone sono solo alcune delle molte consapevolezze che ho riscontrato in questi giorni. Se avessi avuto il mio telefono avrei perso tempo a scattare fotografie, senza osservare con gli occhi e riempirmi lo sguardo con la bellezza del mondo che ci circonda, avrei inviato messaggi, senza dare la giusta attenzione alle conversazioni, avrei ascoltato qualche brano nuovo, senza godermi il silenzio, avrei controllato le notifiche, senza ascoltare ciò che mi stava raccontato l'amica che avevo al mio fianco. Consiglio a tutti di disintossicarsi dalla tecnologia moderna, anche solo per 7 giorni. Gli smartphone ci semplificano la vita, è vero. Ma ce la migliorano?
Per la serie "Ho vissuto una settimana senza…": Ho vissuto una settimana senza sorrisi ed ecco cosa mi è successo