Gloria Swanson, fascino eterno a 30 anni dalla sua scomparsa
Il 4 aprile del 1983 a New York muore Gloria May Josephine Svensson, meglio conosciuta al grande pubblico come Gloria Swanson, una tra le più grandi attrici del cinema muto. Nata in una famiglia agiata di Chicago, spinta dalla sua forte passione per la recitazione, a diciotto anni decide di trasferirsi ad Hollywood col desiderio di sfondare sul grande schermo. Immediatamente viene scritturata per un ruolo comico per “Ragazze in costume da bagno” e poco dopo viene chiamata dal celebre regista Cecil B. DeMille colpito dal suo fascino provocante e attratto dalla sua spiccata personalità, che ben presto le procurano un contratto con la Paramount. Dopo numerose comparse e ruoli di rilievo, decide nel 1927 di iniziare a dedicarsi anche alla strada della produzione, infatti apre una casa di produzione in collaborazione con Joseph P. Kennedy, padre del futuro presidente John.
La sua carriera subisce una battuta d’arresto non appena ci fu l’avvento del sonoro, anche se il suo primo film non muto “L’intrusa” ebbe un buon riscontro da parte del grande pubblico, tanto che ricevette anche una nomination al premio Oscar. Ormai disillusa e completamente sfiduciata dal momento importante che il cinema stava attraversando per l’avvento del sonoro, decide di dedicarsi soltanto alla radio e al teatro. Dopo circa vent’anni, quando con il cinema sembrava avesse messo un punto fermo, viene chiamata e fortemente voluta dal regista Billy Wilder che, nel 1950, ha voluto far rivivere nel capolavoro “Viale del tramonto” la storia di un’attrice caduta in disgrazia con il passaggio del cinema dal muto al sonoro e con la continua ossessione di ritornare sugli schermi. Perfettamente calzante il ruolo attribuitole, dovuto alla sua personale esperienza, la Swanson riesce a rendere indimenticabile un grande personaggio che con lei aveva molti punti d‘incontro.
