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Gli effetti del lockdown sulla pelle: rughe, couperose e screpolature. I consigli del dermatologo

Pelle spenta, rughe accentuate, mani screpolate, couperose: il lockdown ha causato un peggioramento della nostra cute. Le cattive abitudini della quarantena come fare poco sport, alimentazione scorretta, troppe ore passate tra smartphone e computer e l’uso di gel disinfettanti ne ha messo a dura prova la bellezza e la salute. Come rimediare lo spiega il dermatologo Alessandro Martella.
Intervista a Dott. Alessandro Martella
Dermatologo, membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali
A cura di Francesca Parlato
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Anche la pelle ha risentito della quarantena. E non stiamo parlando solo della maskne, ovvero le irritazioni e i brufoli che compaiono sul viso a causa dell'uso della mascherina. Se la nostra pelle ci appare più spenta e meno luminosa la colpa è di tutte le cattive abitudini che abbiamo preso durante il lockdown. Abbiamo mangiato e bevuto di più, abbiamo passato tante ore esposti alla luce blu di smartphone e computer, abbiamo fatto poco sport e abbiamo usato meno creme e sieri, sia per il viso che per le mani. Non dobbiamo allora stupirci se il nostro volto ci sembra decisamente più invecchiato rispetto all'epoca ante Covid.

Gli effetti del lockdown sulla pelle

Negli ultimi mesi abbiamo vissuto praticamente sempre dentro casa, poca luce naturale e molti neon, led e lampadine. "È anche per questo se la pelle ci appare più asfittica o più spenta – ha spiegato a Fanpage.it il dottor Alessandro Martella, dermatologo, membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali – Non abbiamo avuto alcuna stimolazione o azione da parte della luce naturale. E poi passando così tante ore in casa, durante il periodo invernale, i caloriferi e i condizionatori perennemente accesi hanno contribuito a seccare ulteriormente la pelle". Poi alcune cattive abitudini alimentari, come un abuso di alcolici ad esempio, pensiamo a tutti gli aperitivi che ci siamo organizzati in casa da soli la sera pensando a quando era possibile frequentare i bar, non hanno certo migliorato la bellezza della pelle. "L'alcol è un fattore di rischio per la comparsa di couperose e rosacea, le classiche guance rosse. Ed è anche un fattore di rischio per l'insorgere di patologie come la psoriasi".

Come lo stress peggiora la salute della cute

Il lockdown ha messo a dura prova anche la nostra tenuta psicologica. Lo stress è aumentato e questo ha influito anche sulla salute della nostra pelle. Non è strano se specchiandoci oggi ci sembra di avere qualche rughetta in più rispetto allo scorso anno. "La colpa è del cortisolo: l'ormone dello stress che se prodotto in quantità normale ci aiuta ad affrontare le giornate ed è assolutamente fisiologico e gestibile. Quando invece lo stress si tramuta in distress, la produzione di cortisolo aumenta e questo causa la produzione di radicali liberi che innescano processi infiammatori anche a livello cutaneo". È tutta colpa di radicali liberi se di colpo ci sembra di essere invecchiati di anni.

Troppe ore esposti alla luce blu degli smartphone

Chi ha lavorato in smart working sa bene che una delle conseguenze più gravi è stato proprio l'eccesso di ore passate al computer. Non avere orari per molti ha significato lavorare no stop. "La luce blu dei device oltre a interferire sul ciclo sonno veglia – spiega il dermatologo – Fa parte anche dell'esposoma, ovvero una serie di fattori di rischio (come inquinamento indoor e outdoor e esposizioni UV) che contribuiscono all'invecchiamento o allo stress cutaneo. In particolare la luce blu è proprio responsabile dello stress della pelle".

La pelle delle mani

Anche la pelle delle mani ha subito gli effetti collaterali del lockdown. Le disinfettiamo in continuazione con gel a base alcolica e questo le ha rese secche e disidratate. "I gel che usiamo sono estremamente efficaci contro il Coronavirus – spiega il dermatologo Martella – Ma allo stesso tempo ledono lo strato più esterno della pelle, la barriera cutanea, che ci difende da tutte le aggressioni esterne". Già normalmente, quando laviamo le mani con acqua e sapone, impoveriamo la cute della maggior parte dei fattori protettivi naturali e ci vogliono circa 92 ore per ripristinarla, e i gel (pensiamo a quanto spesso li usiamo durante il giorno) amplificano questi effetti. "Quando vediamo la pelle secca non dobbiamo pensare che sia solamente un problema estetico: si tratta di una disfunzione, la pelle ci dice che qualcosa non va e soprattutto che siamo aggredibili. Attraverso i microtagli che si creano inoltre possono penetrare anche delle sostanze chimiche (pensiamo ad esempio a creme o materiali che utilizziamo durante il lavoro) e il rischio è che si possano sviluppare delle allergie da contatto". L'unico rimedio in questi casi è cercare di ripristinare la barriera protettiva. "Cerchiamo di utilizzare delle creme contenenti miscele di lipidi e che aiutino a ritornare alla condizione iniziale la pelle delle mani".

Cosa fare per rimediare

Prima di ricorrere alla chirurgia estetica (nell'ultimo anno c'è stato un vero e proprio boom) possiamo provare a migliorare l'aspetto della nostra pelle attraverso una dieta ad hoc. "Intanto dobbiamo bere acqua in una quantità adeguata tutti i giorni. Poi mangiamo frutta e verdura e in generale alimenti ricchi di vitamine e sali minerali. E se abbiamo esagerato con i carboidrati cerchiamo ora di ridurli, e di adottare una dieta di tipo mediterranea". Altrettanto importante è fare regolarmente sport. "La pelle si mantiene bene quando è tonica. E questo vale anche per la pelle del viso. Se il muscolo cede, cederà anche la cute". Per quel che riguarda invece tutta la skincare il consiglio del dermatologo è utilizzare prodotti altamente idratanti e multivitaminici. "Facciamo anche delle blande esfoliazioni, facciamo delle maschere con acido ialuronico e attenzione all'esposizione al sole. Cerchiamo di esporci in maniera graduale per evitare la comparsa di scottature e macchie". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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