Gioielli anticrisi, quando il lusso diventa di acciaio
"Diamonds Are A Girl's Best Friend" , cantava lei, la bellissima Marilyn Monroe nel film "Gli uomini preferiscono le bionde". Ineguagliabile diva di altri tempi e quanta charme, lei che avvolta in quel magnifico vestito rosa molto sensuale, indossava un collier e orecchini con pietre e cristalli su cui lo spettatore veniva inevitabilmente attratto. Una diva che brillava di lusso e fascino. Diapositive e costumi del passato che senza dubbio non si possono dimenticare. I gioielli erano un vero lusso, le pietre preziose si incastonavano su montature d’oro e argento. Oggi, purtroppo, l’aria di crisi economica ha investito uno dei settori più antichi del mondo, gli intramontabili gioielli. Mentre nel passato i monili erano un vero e proprio investimento, negli ultimi anni, soffocati da crisi finanziaria, si è assistito ad un nuovo concetto di gioiello, puntando tutto sulla ricercatezza del design e della struttura, e si investe su materiali meno preziosi come argento o l’acciaio. Pare proprio che i consumatori siano più interessati all’estetica del gioiello, che dal suo reale valore. Cosi se un tempo si poteva investire tutto su un diamante, che era uno e per sempre, oggi le donne e i consumatori preferiscono scegliere la quantità, la varietà a costi più accessibili, a design molto attuali ma pietre e materiali meno lussuosi.
Gli operatori del settore in questo buio periodo economico, invece di limitare le vendite e rassegnarsi alla crisi, sono stati stimolati da un punto di vista creativo. Come risollevarsi? Far fronte con grande ottimismo ad una nuova domanda di lusso, ad un nuovo concetto di gioiello seguendo fedelmente questa nuova tendenza che è alla base del mercato dei prossimi anni. Cosi vediamo nascere l’esigenza di attrarre un nuovo target di acquirenti con nuove e sempre più creative proposte. Si potrebbe parlare di "gioielli democratici", le nuove linee e i nuovi materiali utilizzati si accostano alla domanda sempre più crescente. Armida e Pensieri Preziosi, hanno scelto di utilizzare materiali non di lusso, quindi acciaio, argento e placcato oro, per andare incontro alla richiesta dei clienti e offrono linee dai 25 ai 250 euro, per tutte le tasche e per tutte le esigenze. I brand con un target più elitario non perdono il gusto e la voglia di offrire linee sempre “esclusive” ed “importanti” ma parallelamente hanno creato linee prêt-à-porter, accessibili a tutti, come Tiffany, Damiani e Pasquale Bruni Gioielli.
Purtroppo i dati parlano chiaro: la crisi ha ridotto notevolmente gli acquisti in questo settore e addirittura secondo la Camera di Commercio nell’area milanese nel 2009 sono stati oltre trentamila i preziosi portati al banco dei pegni. Senza scoraggiarsi, quindi, le grandi manifatture puntano tutto sul nuovo gusto dei clienti che ricercano la bellezza del gioiello a costi accessibili, adoperando la crisi come una rinascita e non come una sconfitta.
Alessia Ferlito