Furla dice addio a mohair e lana d’angora: la nuova svolta animalista della Maison

E' tempo di cambiamenti in casa Furla, la Maison bolognese del lusso ha annunciato una nuova svolta animalista. Dopo aver detto addio alle pellicce animali lo scorso anno, ora ha comunicato che rinuncerà anche a mohair e lana d'angora, due tra le più critiche filiere di materiali animali. A partire dalla prossima collezione questi saranno messi al bando a favore di altre tipologie di lana tracciabili e certificate, così da compiere un ulteriore passo verso la responsabilità nella scelta delle materie prime.
Furla abbraccia la politica fur free
Sono sempre di più le Maison di moda che decidono di sostenere la causa animalista, abbracciando una politica fur free, così da dire addio a ogni tipo di sfruttamento animale nel processo di produzione di abiti e accessori fashion. Furla è tra queste e, dopo aver detto addio alle pellicce animali lo scorso anno, ora ha annunciato una nuova svolta: a partire dalla collezione Cruise 2020 eliminerà dalla sua produzione anche mohair e lana d'angora. La prima viene ricavata dalle capre, la seconda dagli omonimi conigli e in entrambi i casi agli animali allevati viene strappato il pelo senza alcun rispetto per il loro benessere. E' proprio per mettere fine a delle sofferenze tanto atroci che la griffe opterà per altri materiali maggiormente tracciabili, le cui certificazioni saranno più attendibili, così da garantire un adeguato trattamento degli animali da cui è stato ricavato il tessuto. Furla in collaborazione con Lav ha così aderito al programma "Fur Free Retailer" promosso da Fur Free Alliance, network delle principali organizzazioni di tutela degli animali attive in Europa, Cina e Giappone, Nord America e Sud Africa. L'obiettivo? Rendere la moda sostenibile e conoscere da vicino le filiere che producono materiali animali.