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Festa della Donna, perché i festeggiamenti tradizionali non fanno altro che alimentare gli stereotipi

Una delle tradizioni più antiquate e ai limiti del ridicolo legate alla Festa della Donna? Quella di assistere a degli spogliarelli. Anche se gli uomini temono le serate “tutte al femminile”, la verità è che si tratta di un’usanza superata che non fa altro che alimentare gli stereotipi.
A cura di Valeria Paglionico
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La Festa della Donna viene celebrata ogni anno l'8 marzo e, anche se in questo 2020 l'emergenza Coronavirus ha causato la cancellazione della maggior parte degli eventi organizzati in tutta Italia, si riuscirà lo stesso a trovare un modo per rendere omaggio alle rappresentanti del gentil sesso, quelle che ogni giorno combattono contro il sessismo, che si battono per affermare la loro indipendenza e che, nonostante le discriminazioni di genere della società contemporanea, vogliono affermare la loro forza e la loro capacità di emancipazione. La verità è che non servono regali floreali, cene stellate e appuntamenti tutti al femminile per dimostrare che le donne non hanno nulla da invidiare alla controparte maschile, anzi, le tanto desiderate esibizioni degli spogliarellisti nei locali non fanno altro che alimentare degli stereotipi antiquati e ai limiti del ridicolo. Di una donna andrebbe celebrata la forza, il coraggio, la capacità di essere multitasking in ogni contesto ed è per questo che sarebbe arrivato il momento di dire addio a delle tradizioni tanto grottesche.

Gli spogliarelli dell'8 marzo: ne abbiamo davvero bisogno?

I party organizzati per la Festa della Donna da sempre vengono associati alle esibizioni di gruppi di spogliarellisti che, tra muscoli scolpiti, creme abbronzanti e slippini striminziti, dovrebbero far perdere la testa alle rappresentanti del sesso femminile. Da sempre si crede che interi gruppi di donne si organizzino per settimane pur di passare la serata dell'8 marzo da sole in locali affollati, circondate da uomini mezzi nudi che ballano sui cubi, come se quella fosse la loro unica occasione di darsi agli "eccessi". Quello che ci si chiede, però, è: per quale motivo una donna dovrebbe sentirsi eccitata o divertita di fronte uno spettacolo tanto imbarazzante? Certo, si tratta di una questione di gusti e saranno ancora moltissime quelle che non possono fare a meno di rispettare la tradizione ma è chiaro che i tempi sono cambiati. In un'epoca come questa, in cui entrambi i sessi hanno raggiunto una certa libertà sessuale, non ci sarebbe ormai nulla di trasgressivo nello stare ad ammirare un uomo depilato, abbronzato e pompato spogliarsi sul bancone di un bar.

La Festa della Donna deve celebrare la forza femminile

Ai giorni nostri, dove si combatte ogni giorno duramente per superare ogni tipo di sessismo e di discriminazione di genere, la tradizione delle performance degli spogliarellisti dell'8 marzo non fa altro che alimentare gli stereotipi, quelli secondo cui le donne non sono proprio capaci di resistere di fronte a degli addominali scolpiti, tanto che i loro partner fanno bene a "temere" le uscite tutte al femminile. Quand'è che gli uomini la smetteranno di credere al fatto che le amiche o le partner non aspettano altro che questo? Le donne non hanno davvero bisogno di modelli mezzi nudi e di mazzetti di mimose da quattro soldi per affermare la loro libertà e la loro forza. A meno che non si vogliono gettare nell'immondizia anni e anni di lotte femministe, sarebbe bene dire addio una volta e per tutte a delle tradizioni tanto antiquate e ai limiti dell'umiliante. È arrivato il momento, dunque, di capire il vero senso dell'8 marzo: celebrare la forza femminile, quella capace di superare ogni limite e ogni discriminazione.

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