Fermata in aeroporto perché ha un tiralatte nella valigia: “Sta allattando? Lo dimostri”

Gayathiri Bose ha 33 anni è una manager di una società di Singapore, mamma di un bambino neonato che spesso, durante i viaggi di lavoro, lascia a casa per evitare di "strapazzarlo" da una parte all'altra del mondo. Di recente, è diventata protagonista di una storia assurda. Doveva prendere un volo per Parigi da Francoforte ma, una volta arrivata allo scanner di controllo, nel suo bagaglio è stato trovato un oggetto sospetto. Si trattava di un tiralatte ma, non essendoci il piccolo di 7 mesi, la poliziotta in servizio si è insospettita e ha cominciato a fare numerosissime domande alla donna.

"Sta allattando? E allora dove è il suo bambino?", ha chiesto l'agente, che, insoddisfatta delle risposte ricevute, ha sequestrato il passaporto e poi interrogato la donna in una stanzetta dell'aeroporto. A quel punto, è stata perquisita e la cosa le ha creato non pochi imbarazzi. "Mi ha detto di aprire la camicia e mostrare il seno. A quel punto mi ha chiesto come mai non avessi nulla attaccato. Le ho spiegato che non ce n'è bisogno, e che basta appoggiare il tiralatte al capezzolo e la macchina fa il resto", ha spiegato Gayathiri, ancora traumatizzata.

Il tutto è durato quasi tre quarti d'ora e, dopo essere riuscita a prendere il suo volo, ha deciso di denunciare la polizia dello scalo tedesco. Il portavoce Christian Altenhofen ha affermato che i controlli vengono fatti per garantire la sicurezza delle persone e che nel tiralatte poteva essere stato nascosto dell'esplosivo, anche se ha confermato che non tutto è andato come da protocollo. Di solito, infatti, non dovrebbe esserci un interrogatorio, n+ tantomeno una perquisizione tanto "invasiva" e approfondita.