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Elezioni Usa: l’ago della bilancia è donna. La misoginia di Trump dichiarerà il suo fallimento?

Le elezioni Usa di stanotte potrebbero non avere un risultato così scontato tra l’elettorato femminile, che rappresenta il 50 per cento dei voti. Chi ha sempre considerato le donne come un corpo unico alle urne, ha sbagliato ogni previsione in ogni occasione. Stavolta però Donald Trump, con la sua totale mancanza di rispetto verso il genere femminile, sembra portare facilmente voti al suo sfidante Joe Biden anche tra le white suburban women, affezionate al Tycoon.
A cura di Giulia Torlone
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Le elettrici statunitensi potrebbero davvero fare la differenza nella tornata elettorale di stanotte. Se è vero che la metà della popolazione votante Usa è donna, il loro punto di vista su chi dovrebbe essere il nuovo Presidente è frammentato. In un Paese con una mescolanza di etnie e provenienze sociali diversissime, parlare di un “voto femminile” è sbagliato. Hanno azzardato già gli analisti nel 2016, quando prevedevano una polarizzazione di genere intorno all’allora candidata Hillary Clinton, toppando clamorosamente.

Se anche le white suburban women abbandonano Trump

Con l’analisi del voto Usa che incoronò Trump vincitore, sappiamo bene che l’elettorato femminile si è mosso non come un corpo unico. Ma l’errore è stato proprio quello di pensarlo come tale. Avremmo mai potuto considerare l’elettore uomo, solo perché condivide il sesso biologico con i suoi concittadini, come un monolite dalle idee preconfezionate? No, non lo avremmo mai fatto. Eppure con le votanti donne non c’è mai una volta in cui le previsioni di voto non le considerino come una testa unica, lontane dalle tradizioni partitiche. Sbagliarono nel 2016, quando si ipotizzò che l’elettorato femminile votasse in massa per la Clinton. Donna, democratica, in carriera, perché non dovrebbe conquistare le statunitensi? La risposta è arrivata come un sonoro ceffone: Trump ha stravinto in una fetta ben precisa, cioè quella delle white suburban women ovvero le donne bianche delle periferie. La domanda però sorge spontanea: può Trump, che si è dimostrato in tutta la sua presidenza come un misogino, per lo più semi-negazionista in piena pandemia, avere chance di essere rieletto? Mai dire mai. Certo, il vento è cambiato anche tra l’elettorato femminile che lo sosteneva. Le white suburban women sono donne  attente per lo più all’aspetto (e alle promesse) economiche, rispetto ai valori sociali. Proprio per questo motivo, però, potrebbero non sostenere più il Tycoon a causa dell’enorme crisi che il Covid-19 sta portando con sé.

La marcia delle donne contro la misoginia del Presidente

Dall’altro lato, sappiamo come Trump abbia sfondato poco tra le comunità nere e latine, di tradizione per lo più democratica. L’atteggiamento, poi, del Presidente verso i movimenti Black lives matter ha convinto anche le più indecise a votare per il suo sfidante Joe Biden. Ma è impossibile ignorare, soprattutto tra le elettrici bianche di città, la necessità di scardinare l’atteggiamento trumpiano di assoluta volgarità e totale mancanza di rispetto della donna in quanto tale. Impossibile non ricordare la massiccia presenza nelle strade del corteo per la Women's March: migliaia di donne che da New York a Washington, da Los Angeles a San Francisco hanno protestato contro l’elezione della cattolica conservatrice Amy Barrett alla Corte Suprema e per chiedere con forza a tutti i cittadini di non rieleggere Donald Trump alla Casa Bianca. Una delle organizzatrici ha detto: "La presidenza Trump è iniziata con una marcia delle donne e ora è destinata a finire con il voto delle donne". Sarà vera questa frase? In attesa di scoprire cosa diranno le urne, possiamo dire con forza che mai come ora l’elettorato femminile farà la differenza. La comunione di valori che va dal rispetto del proprio corpo, dalla libertà di autodefinirsi, fino all’esigenza di avere un ruolo nella cosa pubblica, potrebbe essere il vero punto su cui Trump dovrà farsi valere con le donne statunitensi. Negli anni del suo mandato, il suo sistematico svilirle, tenerle al margine, bersagliarle con commenti sessisti ha ben definito chi e cosa rappresenta Donald Trump. Ma, come abbiamo detto, le donne sono persone e non un monolite: per questo il risultato del loro voto non è così scontato come sembra.

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Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
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