È il free nipples day per Carola Rackete: addio ai reggiseni per un giorno
Oggi 27 luglio è il #freenipplesday la giornata in cui le donne si liberano del reggiseno mostrando i capezzoli sotto shirt e top proprio come Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 che recentemente ha creato scalpore presentandosi in procura con una maglietta nera indossata senza reggiseno. Per questa scelta è stata molto criticata, per quei capezzoli in mostra si è alzato un polverone. Purtroppo ancora oggi un capezzolo che si intravede dagli indumento crea scalpore, è questa la triste verità. Per rivendicare il diritto delle donne a vestirsi come meglio credono e come si sentono a proprio agio due studentesse torinesi di teatro, Nicoletta Nobile e Giulia Trivero, hanno lanciato l'iniziativa social #freenipplesday: sabato 27 luglio tutte le donne lascino a casa il reggiseno per un giorno.
Capezzoli liberi, tutte senza reggiseno per Carola Rackete
Oggi sui social sono apparse le prime foto con l'hastag #freenipplesday, in cui molte donne di tutte le età mostrano il seno sotto top e magliette che rivelano l'assenza dell'intimo e in alcune sono ben visibili gli "spaventosi" capezzoli che tanto hanno creato scandalo dopo l'apparizione di Carola Rackete in procura senza reggiseno. Non solo donne, anche molti uomini sostengono l'iniziativa postando foto con reggiseni o in cui indossano magliette bucate all'altezza dei capezzoli. Nei post delle donne che hanno aderito all'iniziativa qualcuna protesta rivendicando la libertà di essere e indossare ciò che si preferisce, qualcuna scrive: "Noi donne siamo bellissime come siamo, e siamo libere di sentirci felici e perfette come vogliamo. Non è un reggiseno a dover dire che siamo donne. Non è un reggiseno a dover confermare che siamo serie", attirando l'attenzione su ciò che il reggiseno rappresenta e sul fatto che spesso venga considerato un indumento che reprime.
C'è poi chi pubblica la foto del proprio reggiseno in pizzo appeso ad un attaccapanni in casa, chi si mostra di schiena mostrando l'assenza del reggiseno e chi affida a una giovanissima, e battagliera, Marge Simpson il proprio messaggio per il #Freenipplesday e per supportare Carola Rackete in questo giorno. C'è infine chi usa l'ironia, l'arma migliore per combattere gli stereotipi, e pubblica uno scatto in cui al posto del seno ci sono due mozzarelle che ricordano il seno di una donna, sotto la foto la didascalia recita: "Mozzarelle senza reggiseno viste nei pressi della procura di Roma. E non sono di Bufala! Sfrontatezza senza limiti!".
"Nessuno può arrogarsi il diritto di giudicarmi se non indosso il reggiseno"
Un'altra utente, invece, racconta il suo rapporto col reggiseno, un buon rapporto tutto sommato, evidenziando però il pericolo che si nasconde dietro le distinzioni di genere troppo nette e cieche: "Ricordo ancora il giorno del mio primo reggiseno. Avevo circa 13 anni e da mesi supplicavo mia madre affinché me ne comprasse uno. Con un vero ‘reggipetto', come dice mia nonna, e non un inutile corpetto pensavo che finalmente sarei entrata di diritto nel mondo delle ‘femmine'. Gli anni mi hanno insegnato che non serve affatto un reggiseno per entrare ufficialmente nel mondo delle donne, anzi la verità è che il ‘mondo delle femmine' non esiste affatto. Non esistono cose da ‘maschi' e cose da ‘femmina'. Esistono solo cose e persone che desiderano farle (o indossarle) a prescindere dal genere (…) Nessuno, dovrebbe arrogarsi il diritto di sminuire la mia professionalità o deviare l'attenzione dai miei pensieri alle mie tette se un giorno decidessi di uscire di casa con un reggiseno di pizzo nero a vista sotto la maglietta o, come nel caso di Carola, senza". Tutte sostengono dunque la campagna lanciata dalle due ragazze torinesi per dimostrare solidarietà alla capitana della Sea Watch 3 Carola Rakete e non solo. Si tratta di una piccola ribellione, della volontà di dimostrare che ogni donna può fare del proprio corpo ciò che si vuole, che ogni donna può indossare ciò che desidera o ritiene più giusto, senza alcuna costrizione o imposizione sociale. Perché ancora oggi un capezzolo di una donna spaventa così tanto e crea tanto scalpore?