Donne sempre più giovani vittime di violenza, il lockdown aggrava la situazione: il rapporto shock dell’Oms
La violenza contro le donne rimane una piaga diffusa e dolorosa. Una donna su tre, almeno una volta nella vita, ha sperimentato abusi fisici o forme di aggressione sessuale. Parliamo di 736 milioni di donne a ogni latitudine del globo, ma con picchi nel Sud del mondo. Un numero che non è cambiato molto nel corso dell'ultima decade, nonostante gli sforzi messi in campo da associazioni e governi. I dati arrivano da un rapporto stilato dall'Oms e dalle Nazioni Unite e pubblicato dopo la Giornata Internazionale della Donna. Dati che dimostrano quanto ancora ci sia da fare nel mondo.
La violenza inizia da giovani, prima dei 25 anni
Il rapporto presenta i dati raccolti nel corso dello studio più vasto mai condotto sull'argomento dalle due organizzazioni internazionali. Le cifre presentate si basano su ricerche iniziate nel 2000 e interrotte nel 2018, da cui emergono aspetti inquietanti del fenomeno della violenza di genere. Il primo è la precocità: le relazioni violente interessano anche donne giovanissime, perfino adolescenti. Una donna su quattro ha detto di aver sperimentato forme di violenza da parte del proprio partner già prima di aver compiuto 25 anni. Solo il 6% delle donne denuncia di essere stata aggredita sessualmente da un estraneo: per quanto possa sembrare scioccante, la forma di abuso prevalente è quella commessa dal proprio partner, coinvolge 641 milioni di donne in tutto il mondo. Ma la percentuale è sicuramente sottostimata: come sottolinea il rapporto, lo stupro è ancora considerato infamante per chi lo subisce e molte, troppe donne non denunciano.
Il lockdown ha aggravato il fenomeno
"La violenza contro le donne è endemica in tutti i Paesi e in tutte le culture del mondo, colpisce milioni di donne e le loro famiglie", ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell'Oms, ricordando che la situazione è peggiorata con il Covid e il lockdown. Se è vero che il fenomeno è presente ovunque, è anche vero che povertà e dipendenza economica aggravano la condizione femminile. "A differenza del coronavirus, la violenza sulle donne non può essere fermata da un vaccino. Possiamo solo combatterla con gli sforzi congiunti di governi, comunità e singoli individui. Dobbiamo cambiare i comportamenti dannosi, migliorare l'accesso alle opportunità di bambine e ragazze e incoraggiare relazioni sane basate sul rispetto reciproco".