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Dolce&Gabbana deve risarcire Maradona, non poteva far sfilare la modella con la sua maglietta

Dolce&Gabbana è finita in tribunale, nel 2016 ha fatto sfilare una modella con indosso una maglia simile a quella del Napoli di Diego Armando Maradona. Il calciatore ha accusato la Maison di aver sfruttato la sua immagine senza autorizzazione, costringendola a risarcirgli un’ingente somma di denaro.
A cura di Valeria Paglionico
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Ricordate la sfilata Dolce&Gabbana andata in scena tra i vicoli di Napoli? Era il 2016 quando i due stilisti siciliani scelsero il capoluogo campano per uno show evento che toccò gli angoli più belli della città, portando letteralmente l'Haute Couture in strada. Certo, trattandosi di un evento esclusivo non era poi così facile ottenere un invito, ma quanto meno l'Alta Moda italiana si spostò dalle classiche passerelle milanesi. Oggi si ritorna a parlare di quello spettacolo, i designer sono stati portati in tribunale da Diego Armando Maradona per aver sfruttato il suo nome senza alcuna autorizzazione. Per rendere omaggio alla napoletanità, infatti, Stefano Gabbana e Domenico Dolce fecero sfilare una modella con indosso una maglietta simile a quella del Napoli del "Pibe de oro" con tanto di numero 10 sulla schiena.

Dolce&Gabbana avevano tentato di placare gli animi scusandosi e inviando delle rose al calciatore ma a quanto pare non è bastato, oggi si ritrovano a doverlo risarcire per aver messo in atto una politica di marketing speculativo. Il Tribunale civile di Milano ha condannato la Maison a versare a Diego Armando Maradona 70.000 euro di risarcimento e altri interessi legali per la indebita utilizzazione e l'indebito sfruttamento a fini commerciali del suo nome. A pronunciarsi sulla questione è stato il giudice Paola Gandolfi, secondo la quale "Il nome di Maradona veicola particolari suggestioni di fascino storico e di eccellenza calcistica. Non può essere consentito a terzi imprenditori di farne uso alcuno, senza il consenso dell'avente diritto". Ora Dolce & Gabbana possono solo aspettare il secondo tempo del processo per appellarsi, nella speranza di ridurre la cifra del risarcimento.

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