Costumi ecosostenibili per l’estate 2021: i bikini più trendy sono quelli in fibre naturali e riciclate
Volete rendere la vostra estate 2021 davvero green? Potete cominciare dai costumi ecosostenibili, ovvero realizzati in materiali riciclati o naturali al 100%. Sono sempre di più i settori che hanno annunciato una svolta eco-responsabile e il beachwear non fa eccezione, basti pensare fatto che i brand che propongono collezioni realizzate solo ed esclusivamente con fibre naturali sono moltissime. Di solito i costumi sono in poliammide, poliestere ed elastan, ovvero fibre sintetiche generalmente ricavate dal petrolio, e vengono prodotti con processi altamente inquinanti. Le cose, però, stanno cambiando e, complici le crescenti richieste di prodotti sostenibili, l'offerta di capi beachwear green sta diventando sempre più variegata.
Rêve, i costumi ricavati dai rifiuti marini
Tra i brand che propongono costumi e accessori da spiaggia ecosostenibili c'è Rêve. A lanciarlo è stata la giovane imprenditrice Francesca Cretella, che, dopo aver approfondito il tema dell’environment-conciousness, ha voluto rendere omaggio a questo mondo provando ad aggiungere un tocco cool alla sostenibilità. I suoi costumi sono realizzati dai rifiuti marini riciclati, i tessuti sono infatti composti per il 78% dalla plastica trovata negli oceani, materiale che viene rigenerato e riconvertito in filo di nylon. Il risultato è durevole, resistente al sale, al cloro e alle creme. Anche l'estetica dei prodotti viene curata nei minimi dettagli, le stampe realizzate sui tessuti sostenibili si ispirano infatti alle maioliche della costiera amalfitana, mentre l'etichetta è stata eliminata per evitare sprechi di stoffa.
Seay: i costumi nascono dai vecchi vestiti
Stessa cosa vale anche per il marchio Soseaty Collective, il cui obiettivo è produrre costumi da bagno moderni e colorati a partire da materiali organici certificati. Il modello a cui ha dato vita l'azienda è l'Re3, ovvero una forma di economia circolare che punta a dare una nuova vita ai vecchi vestiti. Re3 significa "ReUse", "ReSell" e "ReGenerate" e si basa sul riutilizzo di capi usati per la creazione di nuovi capi. Cosa ne ricava il cliente? Non solo fa qualcosa di pratico per salvaguardare l'ambiente ma risparmia anche sul prezzo del prodotto finale, visto che, nel caso in cui porta un vecchio vestito da riciclare, gli viene fornito uno sconto del 20%.
La collezione eco di Yamamay
Non solo marchi di nicchia, anche Yamamay ha aperto le sue porte alla sostenibilità. In collaborazione con One Ocean Foundation, organizzazione che intende preservare l’ecosistema marino, sta promuovendo una produzione green volta a salvaguardare l'ambiente. La collezione di costumi e bikini Eco-Cancun, ad esempio, è stata realizzata solo con plastica recuperata dagli oceani, 100% riciclata e riciclabile. L'obiettivo è generare un valore aggiunto non solo per i consumatori ma anche per gli operatori della filiera produttiva, nella speranza che nel mondo della moda diventi normalità usare fibre riciclate e fibre naturali organiche.
Le reti da pesca diventano tessuto
Si chiama Mermazing ed è il brand di beachwear eco delle cugine Alessia Porrello e Vanessa Sillano. Avendo entrambe la passione per il mare, si sono ispirate a questo mondo sia in fatto di colori che in fatto di tessuti. I costumi sono infatti realizzate in econyl, ovvero un filo di nylon rigenerato da materiali di scarto abbandonati negli oceani come ad esempio le reti da pesca abbandonate. L'obiettivo dell'azienda è continuare a puntare sull'ecosostenibilità nella speranza di usare metodi sempre più all'avanguardia per preservare il mondo che ci circonda.
L'innovazione del settore beachwear
Quello dei costumi da bagno è sempre stato un mercato innovativo e all'avanguardia basato su innovazione e trend che si rinnovano stagione dopo stagione. È per questo che devono avere alcune caratteristiche ben precise, ovvero resistenza al cloro, asciugatura rapida, elasticità e anti-UV. Sebbene all'apparenza i tessuti naturali o riciclati sembrino più delicati rispetto a quelli sintetici, la verità è che non solo garantiscono delle prestazioni ugualmente ottimali ma riducono anchela dipendenza dell'industria tessile da materiale vergine non rinnovabile. Le fibre riciclate, in particolare, sono sempre più utilizzate, soprattutto quelle ricavate dalla plastica recuperata dagli oceani, anche se l'obiettivo è puntare sempre di più su fibre biosintetiche come la fibra poliammidica ottenuta dall'olio di ricino o del PTT a fonte biologica a base di amido di mais .