Giornata mondiale del libro: 10 titoli che hanno riscritto la storia delle donne
Il 23 aprile in tutto il mondo si festeggia la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, nota anche come come "la Giornata dei libri e delle rose": la tradizione è nata in Spagna, precisamente in Catalogna, quasi un secolo fa. La data non è stata scelta a caso: il 23 aprile sono morti tre giganti della letteratura, William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Inca Garcilaso de la Vega. Nella stessa data ricorre la festa di san Giorgio, patrono di Barcellona e della Catalogna: un'antica tradizione vuole che si regalino rose alle donne, perciò i librai hanno unito le due tradizioni regalando rose a chi compri i libri. Al di là del gesto galante, le statistiche confermano che in Italia le donne leggono molto più degli uomini. La lettura è un'attività storicamente femminile, ma le scrittrici donne per secoli hanno dovuto faticare per ritagliarsi uno spazio, scontrandosi con lo scetticismo degli editori. Eppure ci hanno regalato saggi e romanzi straordinari. Da Virginia Woolf a Isabel Allende, da Margaret Atwood a Elena Ferrante, ecco dieci libri da non perdere: da leggere o rileggere, da regalare o regalarsi.
1. Una stanza tutta per sé: quando la cultura era degli uomini
Come sarebbe andata la storia della letteratura se William Shakespeare avesse avuto una sorella? Partendo da questa domanda Virginia Woolf, la rivoluzionaria scrittrice anticonformista, riflette sulla sistematica esclusione delle donne dai luoghi della cultura e del dibattito pubblico. Probabilmente la geniale sorella di Sheakespeare, pur avendo lo stesso talento di William, sarebbe stata derisa e beffeggiata da tutti. Un bivio che molte donne nella storia hanno sperimentato: trovare la propria strada ed essere considerate folli o arrendersi alle imposizioni della società e accontentarsi del ruolo di moglie e madre. La lucidità di Virginia Woolf in questo libro anticipa molti temi di cui discutiamo ancora oggi: la rabbia, la ribellione al giudizio maschile, l'indipendenza economica che garantisce la libertà delle donne di agire e pensare. Un libro da leggere, o rileggere, per capire il presente.
2. Piccole Donne: l'audacia di seguire i propri sogni
Questo classico dell'Ottocento viene spesso associato a un mondo di bambole, buoni sentimenti e crinoline. In realtà il personaggio di Jo è uno dei più moderni e anticonformisti della storia della letteratura, l'archetipo di tutte le "ragazze ribelli" che sarebbero venute in seguito. Mentre le sorelle sognano il debutto in società, il matrimonio e una famiglia, Jo vuole costruirsi una carriera come scrittrice. Non solo: è irrequieta, sfrontata, decisa, schietta e ribelle: balla e salta come farebbe un maschio, senza timore di sembrare sgraziata o poco femminile, non si cura degli uomini e non ha paura di tagliarsi le trecce, quando bisogna trovare un po' di soldi per mandare avanti la famiglia. Il personaggio di Jo è quello in cui l'autrice del libro, Louisa May Alcott, si rivedeva di più. E anche noi.
3. Il Racconto dell'ancella: chi controlla i corpi delle donne
Questo romanzo distopico di Margaret Atwood, ambientato in un mondo post apocalittico in cui la sopravvivenza della specie dipende da pochissime donne ancora fertili, esplora un tema molto attuale: il controllo politico del corpo femminile. Chi decide sui corpi delle donne, sul loro grembo, sui loro figli? La risposta sembra scontata, ma non lo é. Nel mondo immaginato da Margaret Atwood le donne fertili sono poco più che bestiame da monta, usato da famiglie ricche e poi scartato non appena non serve più. Le donne non sono libere di pensare, parlare, agire o decidere per sé: l'abito tradizionale rosso e bianco, immaginato dalla scrittrice come simbolo di sottomissione, è diventato il simbolo di moltissime proteste nel mondo a favore dell'aborto e della libertà di scelta. L'opera di finzione ci ricorda una grande verità: i diritti che abbiamo ottenuto con fatica non vanno mai dati per scontati.
4. I Monologhi della vagina: basta tabù e vergogna
Questo libro in realtà è la trascrizione di un famoso monologo teatrale del 1996 di Eve Ensler: un'opera rivoluzionaria, che parlava della consapevolezza femminile adottando il punto di vista di quella parte che viene spesso nascosta, ignorata, mascherata dietro nomignoli. Innanzitutto, l'autrice fece piazza pulita di nomi più o meno allusivi e la chiamò con il suo nome scientifico: vagina. Un atto liberatorio e anche politico: nei monologhi non si parla solo di sesso e di piacere, ma anche di mestruazioni, di violenza, di stupri. Per restare in tema, nel 2017 è uscito "Il libro della vagina" scritto a quattro mani Ellen Støkken Dahl e Nina Brochmann, che finalmente parla della vagina senza tabù, pregiudizi e omissioni.
5. Accabadora: il mistero dell'essenza femminile
Il romanzo che ha consacrato Michela Murgia al successo indaga il profondo legame che hanno le donne con la vita e la morte. Al cuore dell'intreccio c'è una donna senza figli che adotta una bimba orfana, e del legame profondo che unisce le due donne. Ma c'è anche la figura misteriosa e tenebrosa dell'accabadora, che ha il potere di dare una morte pietosa a chi la desidera: la donna genera la vita e alla donna è affidata anche la morte. Scrittrice, drammaturga e podcaster, Michela Murgia ha dedicato la maggior parte del suo lavoro al ruolo della donna nelle società di ieri e di oggi. Un esempio è il saggio "Stai Zitta", in cui esplora il modo in cui le parole
6. Storie della buonanotte per bambine ribelli: le donne che hanno cambiato il mondo
Elena Favilli e Francesca Cavallo hanno creato questa raccolta di fiabe per bambine di tutte le età, diventato subito un caso editoriale: le vite straordinarie di donne del passato, famose e non, diventano fiabe capaci di ispirare le donne di domani. Non principesse da salvare, in eterna attesa del principe azzurro, ma scienziate, esploratrici, campionesse dello sport e attiviste. Perché non si è mai troppo piccole per cambiare il mondo.
7. La casa degli spiriti: quando la violenza sulla moglie era normale
In questo famoso romanzo di Isabel Allende descrive la brutalità del golpe del 1973 in Cile e la dittatura che ne seguì. Il protagonista è Esteban Trueba, ma sono le donne intorno a lui a tenere i fili della vicenda: la moglie Clara, che deve subire le crescenti violenze del marito, la figlia Blanca, che conosce l'umiliazione di un matrimonio senza amore e la nipote Alba, che per amore si appassiona alla politica e viene imprigionata e torturata. Saranno le tre donne a riportare la pace in una famiglia sconvolta dal dolore, dopo tanta violenza inflitta dagli uomini.
8. Gli uomini mi spiegano le cose: siamo stufe del mansplaining
Autrice e attivista, Rebecca Solnit ha raggiunto il successo mondiale con questo saggio che esamina un fenomeno molto presente e molto sottovalutato: il mansplaining. Quante volte un uomo ha zittito una collega, l'ha ignorato, o peggio ancora le ha spiegato questioni in cui lei era più competente di lui? Non meno insidiosa della violenza verbale, questa forma di sopraffazione deve essere conosciuta e combattuta ogni giorno.
9. Tra le rose e le viole: tutte le donne devono avere una voce
Le donne hanno dovuto combattere per rivendicare il proprio spazio nella cultura, le donne trans ancora di più: un esempio italiano è Porpora Marcasciano, attivista trans della prima ora. "Tra le rose e le viole" è la memoria storica delle lotte dei trans e delle trans in mezzo secolo di storia italiana, ma soprattutto è la presa di parola di chi raramente ha avuto voce nel dibattito pubblico. Per una volta sono le donne trans a parlare per sé, di sé. Perché tutte le donne devono avere una voce.
10. L'Amica geniale: quando l'istruzione per le donne era un lusso
Il caso Elena Ferrante è la storia più affascinante dell'editoria italiana: un'autrice misteriosa che senza mostrare mai il proprio volto ha venduto migliaia e di migliaia di copie nel mondo. La saga, basata sull'amicizia di due bambine cresciute nel rione di Napoli, Lila e Lenù, destinate a perdersi e poi ritrovarsi. Tra i temi affrontati c'è il matrimonio, il ruolo della donna all'interno della famiglia, l'infedeltà, la rivalità tra donne e l'educazione femminile. Mentre Lenù aveva i mezzi per studiare, l'intelligenza di Lila si deve scontrare con il disagio della famiglia: il libro è anche un formidabile affresco dell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, un paese provinciale che si affacciava allora alla modernità e all'emancipazione femminile.