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Convivenza: quando affrontarla?

Quasi la metà degli italiani pensa che anticipare la convivenza sia il modo migliore per far durare una relazione, in maniera tale da poter verificare subito se ci sono le basi per proseguire un rapporto.
A cura di Redazione Donna
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Solitamente quando nella vita di una persona arriva un amore grande e passionale si tende a volere tutto e subito, specialmente quando ci si innamora in tarda età spesso si sceglie di sposarsi in breve tempo. In tal caso la convivenza prima delle nozze viene ridotta al minimo per paura che il rapporto possa essere logorato dalla vita insieme e dunque ci si avvia direttamente verso il matrimonio. In realtà un recente sondaggio di Eliana Monti, condotto su un campione di iscritti al club per single, ha dimostrato che dalla poca convivenza derivano storie più durature.

Conoscersi meglio prima a distanza o farlo insieme dopo? Solitamente si è portati a trascinare la propria relazione allontanando sempre di più il momento della fatidica convivenza: “e se poi non funziona?” è la domanda che nasce nei cuori e nella mente di tutti; ma a questo punto non è meglio verificarlo subito? La pensa così il 45% dei partecipanti al sondaggio, ritenendo che anticipare la convivenza è il modo migliore per far durare un rapporto, in tal modo si ha da subito la possibilità di verificare se le basi ci sono, per poi avere la possibilità di saldarle insieme, sotto lo stesso tetto. Se poi il rapporto è giovane, e non dura da anni è ancora meglio, perché si ha l’opportunità di crescere insieme e plasmare i propri bisogni con quelli del partner.

Il 32% si dimostra “sentimentalmente pigro”, rimandando nel tempo una convivenza ritenendo questo sia il modo giusto per affrontare una relazione: ognuno a casa sua, con le proprie liberta e con i propri segreti ben nascosti. Alcuni non riescono a rinunciare alle proprie abitudini e alla propria autonomia, altri invece hanno semplicemente paura, temono che affrettando le cose, il sentimento ne possa alla lunga risentire. Il 20% ritiene che la decisione di affrettare o posticipare una convivenza non sia influente sui risvolti di una relazione; sostenendo che non è certo il tempo a poter interferire nei rapporti di coppia. Il restante 3% si dichiara totalmente contrario alla possibilità di una convivenza; pur credendo fortemente nell’amore e nel potere delle relazioni, sostiene che la convivenza sia deleteria per qualsiasi tipo di rapporto a due, preferendo dunque portare avanti una storia senza il bisogno di condividere lo stesso tetto.

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