Come è nato il Pride e perché si celebra a giugno: la rivolta di Stonewall tra storia e leggenda
Giugno è il mese dedicato al Pride, cioé ai diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali. In quasi tutte le città del mondo si concentrano eventi e manifestazioni dedicati alla comunità LGBTQ+ che culminano tradizionalmente con una marcia per affermare la propria identità con gioia e orgoglio. Fino a qualche anno fa si parlava di "Gay pride", ma è più corretto definirlo semplicemente Pride (cioé "orgoglio") perché non riguarda solo le persone gay, ma anche lesbiche, bisessuali, asessuali, trans e queer. Ma perché il Pride si celebra proprio a giugno? E qual è il significato della manifestazione? L'evento che ha dato il via a tutto viene ricordato come "i moti di Stonewall", una rivolta contro la polizia scoppiata in un gay bar di New York. Le persone che fino a quel momento erano costrette a vivere nell'ombra per il proprio orientamento sessuale iniziarono un processo di liberazione che sarebbe culminato in una grande marcia l'anno successivo: il primo Pride della storia.
La rivolta Stonewall: come è nato il Pride
A mezzo secolo di distanza storici ed esperti continuano ancora a discutere su ciò che successe all'interno dello Stonewall Inn, un locale gay di New York, la notte tra il 27 e il 28 giugno 1969. Molti elementi infatti sono stati ingigantiti e distorti e la storia oggi si confonde con il mito. Comunque, su alcuni elementi sono tutti d'accordo: alcuni poliziotti fecero irruzione nel locale frequentato da uomini gay, donne lesbiche. e persone trans. Non fu un caso isolato: alla fine degli anni Sessanta l'omosessualità era ancora reato in 49 Stati americani ed era largamente condannata ovunque. Le retate erano frequenti e spesso i clienti venivano avvisati dall'esterno, in modo da non farsi cogliere di sorpresa. Ma quella sera le cose andarono diversamente. Le persone reagirono all'arresto con violenza, richiamando una gran folla: lo scontro andò avanti per tutta la notte, e si riaccese nei giorni successivi.
Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera, le attiviste trans in prima linea
Ma chi diede il via agli scontri? A questo punto, la storia si confonde con la leggenda alimentata dagli aneddoti circolati nei decenni. C'è chi dice che l'attivista trans di origine portoricane Sylvia Rivera abbia colpito un agente – forse con una bottiglia, forse con un tacco a spillo – e molti altri l'abbiano seguita. Altri dicono che invece sia stata la drag queen nera Marsha P. Johnson a tirare una bottiglia molotov alla polizia. Entrambe hanno smentito i aver iniziato la rivolta, ma hanno sempre ribadito con orgoglio di aver partecipato: negli anni successivi hanno fondato la STAR, l'associazione a difesa delle persone trans, guidata per la prima volta nella storia da una donna di colore.
Perché il Pride si celebra a giugno
Ormai forse è impossibile ricostruire con certezza cosa accadde quella notte e chi era presente. In ogni caso, Stonewall fu la scintilla che fece deflagrare una protesta di proporzioni nazionali. La comunità queer era stanca di vivere nell'ombra, marginalizzata e discriminata, costantemente terrorizzata da arresti o pestaggi. Le persone si unirono nel Gay Liberation Front, fondato da Craig Rodwell e Brenda Howardnell e l'anno dopo a giugno fu organizzata una grande parata, dal Greenwich Village a Central Park, per ricordare i moti di Stonewall: il primo Pride della storia. Da allora ogni anno, a giugno, in moltissime città del mondo si ricordano i moti di Stonewall con una parata. Dedicare il mese di giugno al Pride non è una semplice convenzione: nel 1999 il presidente Bill Clinton ha istituito il "Gay and Lesbian Pride Month" con un proclama ufficiale, definizione poi allargata dal presidente Barack Obama nel 2008 per includere anche le persone bisessuali e transgender.
Il Pride in Italia
Dagli Stati Uniti, il Pride si allargò anche negli altri continenti: in Italia il primo Pride ufficiale si svolse nel 1994 a Roma. Tra gli organizzatori c'erano Vladimir Luxuria e Imma Battaglia. La prima vera manifestazione di "orgoglio omosessuale" però era stata vent'anni prima, nel 1972, per protestare contro il "Congresso internazionale sulle devianze sessuali" di ispirazione cattolica. Quest'anno, per via della pandemia, in Italia non ci saranno i tradizionali cortei: ogni città si è però organizzata con eventi e manifestazioni.
Cosa significa oggi il Pride
Negli anni il Pride si è allargato, coinvolgendo sempre più persone e sempre più stati del mondo: negli anni ha assunto un aspetto spettacolare, festoso e colorato, caratteristiche che hanno attirato le accuse di essere solo "una carnevalata". Anche la comunità LGBTQ+ ha avuto momenti di riflessione e le sue discussioni interne: la comunità trans, per esempio, all'inizio era discriminata perfino all'interno del movimento arcobaleno. Il Pride è aperto anche alle persone eterosessuali, che partecipano in segno di supporto. I detrattori lo considerano ormai "superato": al contrario, il Pride è un momento politicamente e socialmente necessario per riconoscere chi spesso è emarginato, discriminato perfino dalla propria famiglia, ridicolizzato e screditato sul luogo di lavoro. Oggi Stonewall è il primo monumento nazionale degli Usa dedicato alla comunità LGBTQ+: una pietra miliare nella storia dei diritti civili, un percorso che continua ancora oggi.