Chi è Fabio Maria Damato, general manager e braccio destro di Chiara Ferragni
È il braccio destro di Chiara Ferragni, presenza fissa in tutti i suoi progetti di business, eppure il suo nome è quasi sconosciuto: parliamo di Fabio Maria Damato, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection. Il grande pubblico lo ha conosciuto attraverso la serie tv The Ferragnez, uscita su Amazon Prime Video e attualmente sta sentendo molto parlare di lui in relazione al caso Balocco. Damato, infatti, è indagato assieme all'influencer per concorso in truffa aggravata.
Chi è Fabio Maria Damato, general manager di Chiara Ferragni Collection e TBS
Damato è una figura fondamentale nella vita dell'imprenditrice, sia dal punto di vista professionale che personale, tanto che Chiara Ferragni lo definisce "il suo braccio destro e sinistro". Lavorano insieme da circa sei anni, ma Damato ha alle spalle un percorso professionale nei settori del giornalismo e dell'economia. Damato ha studiato all'università Bocconi di Milano, dove si è laureato in Economia aziendale nel 2008.
Ha lavorato come fashion editor per Class Editori e per il Corriere della Sera, ha scritto di moda per diverse pubblicazioni tra cui Amica e MF Fashion. Da maggio 2017 lavora per The Blonde Salad, la società di Chiara Ferragni nata dall'omonimo blog. Damato figura anche tra i produttori del film Chiara Ferragni Unposted e oggi ricopre il ruolo di general manager sia per TBS che per Chiara Ferragni Collection. Damato ha curato e gestito tutte le tappe più importanti dell'ascesa del brand con l'occhio cigliato e Chiara Ferragni ha dichiarato che è l'unica persona che la aiuta a scegliere gli outfit.
Il rapporto tra Fabio Maria Damato e Chiara Ferragni
Nonostante Damato sia una figura fondamentale nel team di Chiara Ferragni, molti fan dell'imprenditrice lo hanno conosciuto solo grazie ai primi episodi della serie tv The Ferragnez. Nel corso del secondo episodio Chiara Ferragni lo presenta come uno dei suoi "più cari amici" e fidato collaboratore: "Lui è il mio braccio destro, sinistro, tutto – racconta – mi aiuta in qualsiasi attività lavorativa".
Il rapporto tra i due non è solo professionale: Damato era presente anche al matrimonio dell'imprenditrice. Hanno un rapporto stretto di fiducia e affetto: nel corso dello stesso episodio Damato racconta di aver conosciuto Chiara Ferragni all'inizio della sua relazione con Fedez. "Il mix faceva ridere, anzi fa ridere ancora adesso – sostiene – è l'esempio degli opposti che si attraggono". Damato ha anche organizzato il baby shower di Vittoria, la seconda figlia di Chiara Ferragni e Fedez, scrivendo per lei parole dolcissime che hanno fatto commuovere l'influencer.
Fabio Maria Damato cura gli outfit di Chiara Ferragni
Per l'esperienza di co-conduzione del Festival di Sanremo 2023, uno degli eventi televisivi più seguiti e amati in Italia, l'imprenditrice ha indossato creazioni di Dior e di Schiaparelli, tutti abiti con significati ben studiati. Si è avvalsa dell'aiuto di Fabio Maria Damato in qualità di stylist, ruolo che aveva già ricoperto per le sfilate Haute Couture di Parigi. Damato è l'unica persona che, in tutti questi anni, ha aiutato Chiara Ferragni nella scelta dei look.
Il ruolo di Damato nel caso Balocco
Secondo il Corriere, il caso Balocco ha messo in serio pericolo Damato: "L’unico modo per uscirne è dare la colpa a qualcun altro". Anche per Il Messaggero il manager sarebbe al momento in una posizione difficile e potrebbe fare da capro espiatorio dell'intera vicenda. "Fedez vuole licenziare il manager Fabio Maria Damato, soprattutto perché, a quanto pare, il rapper non sapeva nulla del milione di euro intascato dalla moglie" si legge. Per il momento, Damato ha scelto il silenzio e non ha commentato né rilasciato dichiarazioni ufficiali. Il manager è al centro dello scandalo che ha travolto Chiara Ferragni, ed è indagato per concorso in truffa aggravata oltre che per il caso dei pandoro Balocco Pink Christmas anche delle uova Dolci Preziosi. La notizia è risultata nel provvedimento della Procura generale della Cassazione, che è stato emesso per stabilire quale procura, tra quella del capoluogo meneghino e quella di Cuneo, potesse indagare sui casi.