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Cemento iniettato nel viso, il volto sfigurato di un trans dopo l’intervento

Rajee Narinesingh è una donna transgender e nel 2005 ha deciso di sottoporsi a degli interventi di chirurgia plastica per rendere il suo viso più femminile. Si è però ritrovata con il viso sfigurato poiché il medico utilizzava sostanze illegali come cemento, sigillante ed olio minerale.
A cura di Valeria Paglionico
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Rajee Narinesingh è una donna transgender, nata a New York e cresciuta a Philadelphia. Fino all’età di 25 anni ha creduto di essere semplicemente omosessuale, ma poi ha capito che non si sentiva a suo agio nel corpo di un uomo. Desiderava essere mamma e provare l’esperienza della gravidanza. Ha raccontato: “Quando fantasticavo di stare con dei ragazzi, mi immaginavo sempre con seni e vagina. Era così naturale per me e non me ne rendevo conto. Un giorno così  ho pensato che non ero gay, ma transgender”.

E’ proprio per questo che ha deciso di sottoporsi al cambiamento del sesso. Nel 2005 si è sottoposta ad una serie di interventi chirurgici per avere guance, mento e labbra più pronunciate, proprio come una donna. Purtroppo non aveva le risorse economiche per rivolgersi ad un professionista ed ha deciso di affidarsi Oneal Ron Morris, il medico che ha eseguito operazioni di chirurgia plastica illegali e a poco prezzo, utilizzando sostanze come cemento, sigillante ed olio minerale. La ragazza è stata totalmente sfigurata, tanto che ha dichiarato: “Un ragazzo mi aveva detto che stare con me era come stare con un drago sexy. Non riuscivo nemmeno a baciarlo”.

Temeva che sarebbe rimasta per sempre da sola ed aveva troppa vergogna di andare dalle autorità per denunciare l’accaduto quando ha scoperto che poteva trovare una soluzione. Di recente, infatti, si è rivolta al dottor Terry Dubrow e al dottor Paul Nassif, che le hanno letteralmente ricostruito il viso con diversi trattamenti di chirurgia e al laser. Oneal Ron Morris oggi è stato accusato di omicidio colposo dopo che uno dei suoi pazienti è morto a seguito di un suo intervento.

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