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Bette Nash, l’hostess più longeva del mondo ha 81 anni e non vuole ritirarsi

Bette Nash è una donna americana di 81 anni ed è l’hostess più longeva del mondo. Fa l’assistente di volo da 60 anni e non ha alcuna intenzione di ritirarsi, il motivo? Il lavoro le permette di provare ogni giorno continue gioie.
A cura di Valeria Paglionico
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Si chiama Bette Nash, è una donna americana di 81 anni e ha dedicato tutta la vita al suo lavoro. E' da 60 che fa la hostess e, nonostante l'età avanzata, non ha alcuna intenzione di ritirarsi, anche perché nel suo paese non esistono limiti di età per le assistenti di volo. Ha iniziato la carriera quando il Presidente degli Stati Uniti era Dwight D. Eisenhower, all'epoca i biglietti aerei costavano in media 12 dollari a tratta e a tutte le hostess veniva chiesto di essere single. Ha lavorato per diverse compagnie prima di essere assunta dalla American Airlines e oggi è l'hostess più longeva del mondo.

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"Quando sono tra la gente mi sento rinascere. Tu dici qualcosa, loro ti rispondono e siamo tutti felici. Non è cambiato nulla dagli anni ‘50, le persone sono esattamente le stesse, tutti hanno bisogno di un po’ d’amore", ha spiegato Bette, fiera della sua professione che le dà continue gioie. Certo, nel corso degli anni il "passeggero tipo" è cambiato in modo radicale, in passato le signore che viaggiavano in aereo portavano le pellicce di visone, mentre oggi ci sono molte che indossano le infradito non solo d'estate, ma ancora ora le persone che volano hanno bisogno della sua amorevole assistenza.

Naturalmente, non sono mancati i piccoli "incidenti di percorso" come la volta in cui si è ritrovata su un volo che da Washington a Miami ha fatto 9 scali a causa delle turbolenze, ma l'emozione più forte l'ha provata quando tra i passeggeri di uno dei suoi voli ha ritrovato anche Jacqueline e John F. Kennedy. La tratta che preferisce? Quella che collega il distretto di Columbia a Boston: la obbliga a svegliarsi alle 2.15 del mattino ma, in compenso, torna a casa all'ora di cena e ha la possibilità di mangiare qualcosa con il figlio che ha la sindrome di Down.

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