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Arriva la “dieta universale”: si prende cura della salute e dell’ambiente

La Commissione Eat-Lancet ha ideato dieta sana universale che entro il 2050 si propone di nutrire una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone in modo sostenibile. Si rifà al regime alimentare praticato in Grecia alla fine del secolo scorso, prevede l’assunzione di 2.500 calorie al giorno e intende ridurre al minimo le morti causate da malattie legate al consumo di cibi poco sani.
A cura di Valeria Paglionico
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A chi non è mai capitato di seguire una dieta per tornare in forma e vantare un corpo da urlo? Anche se solitamente si cambia modo di mangiare solo per dimagrire, la verità è che avere delle buone abitudini a tavola è fondamentale per la propria salute poiché consumare i cibi sbagliati potrebbe provocare danni peggiori rispetto all'uso di tabacco e alcol. E' proprio per evitare tutto questo che la Commissione Eat-Lancet ha proposto una dieta universalmente sana e soprattutto sostenibile per l'ambiente che ci circonda.

La dieta universale e sostenibile

La Commissione Eat-Lancet ha portato a termine uno studio che verrà pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, all'interno del quale è stata proposta una dieta sana universale che entro il 2050 si propone di nutrire una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone in modo sostenibile. Così facendo, ha intenzione di ridurre a 11,6 milioni i morti a causa delle malattie legate ad abitudini alimentari poco sane. I ricercatori hanno preso come riferimento la dieta mediterranea praticata in Grecia alla fine del secolo scorso: si assumono 2.500 calorie al giorno, consumando in media 230 grammi di cereali integrali, 500 di frutta e verdura, 250 di latticini, 14 di carni, 29 di pollo, 13 di uova, 28 di pesce, 75 di legumi, 50 di noci, 31 di zuccheri. Per quanto riguarda i condimenti, quelli consigliati sono gli oli vegetali, extravergine di oliva o colza. Come se non bastasse, si sono fissati una serie di limiti nell'utilizzo della terra e dell'acqua, così da rendere la produzione agricola sostenibile e da ridurre gli sprechi del 50%. Naturalmente ci sarà bisogno del coinvolgimento dei governi e delle industrie, così che possano essere introdotti dei sostegni economici per la produzione di cibi sani.

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