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Arriva in finale a Miss Kazakistan, poi la rivelazione shock: “Sono un uomo”

Ilay Dyagilev è il 22enne arrivato in finale a Miss Virtual Kazakistan fingendo di essere una donna. Si è servito dei prodotti di make-up e della lingerie della fidanzata ed è riuscito a sbaragliare la concorrenza. L’obiettivo? Dimostrare che le donne di oggi sono tutte uguali, tanto da aver perso originalità e naturalezza.
A cura di Valeria Paglionico
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Avreste mai pensato che a competere per il titolo di reginetta di bellezza ci potesse essere un uomo senza che nessuno se ne accorgesse? E' proprio quanto capitato al concorso Miss Virtual Kazakistan, dove la 22enne che si faceva chiamare Arina Alieva ha stupito tutti rivelando di essere un uomo. In verità il suo nome è Ilay Dyagilev e fin da quando si è iscritto al concorso si è spacciato per una ragazza, ottenendo moltissimi consensi, tanto da risultare tra le più votate tra le 4.000 partecipanti ed entrare tra le finaliste.

Solo quando ha capito che non avrebbe più potuto reggere la messinscena, ha svelato la sua vera identità, lasciando tutti senza parole. Si è servito dei prodotti di make-up e della lingerie della sua ragazza, riuscendo a ingannare tutti i giudici. L'obiettivo? Dimostrare che le donne di oggi si truccano e si vestono tutte allo stesso modo solo per seguire i trend del momento, cosa che gli ha permesso di adattarsi facilmente allo standard di bellezza femminile.

"Sono sempre stato un campione di bellezza naturale. Purtroppo oggi le ragazze sembrano tutte uguali, usano lo stesso trucco, hanno lo stesso stile e credono di essere belle se seguono le tendenze del momento. Io la penso diversamente originalità e naturalezza", ha dichiarato il giovane. Naturalmente, è stato subito squalificato e sostituito dalla 18enne Aikerim Temirkhanova, precedentemente esclusa dalla competizione, ma la sua trovata provocatoria ha portato l'attenzione su una verità assoluta: nel tentativo di adattarsi a tutti i costi a degli stereotipi, le donne stanno perdendo originalità e naturalezza.

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