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“Anti-amore”: i farmaci che non fanno soffrire al termine di una relazione

Siete appena usciti da una relazione e non sapete come affrontare il “mal d’amore”? Un team di ricercatori britannici sta lavorando ad un farmaco, simile ad un antidepressivo, che sarebbe capace di mettere fine ad ogni tipo di sofferenza derivante da una rottura.
A cura di Valeria Paglionico
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L’amore è un sentimento così forte e intenso che in un solo secondo può trasformare una vita da sogno in un vero e proprio inferno. Quando finisce una storia, soprattutto quando si viene lasciati, ci si sente tristi, senza speranza e persi. Ricerche precedenti hanno dimostrato che al termine di una relazione si provano dolore fisico e tutte le sensazioni provocate dall’astinenza dalla droga.

E' proprio per questo che lo psicologo e neuro-etico Brian D. Earp, insieme al suo team di ricercatori, con uno studio ben preciso ha suggerito una “via di fuga” concreta al mal d’amore. Si tratta di farmaci che agiscono in modo simile agli antidepressivi e che vengono chiamati “anti-amore”. Per il momento non sono ancora in commercio, ma sono stati somministrati in Israele, dove alcuni ebrei ortodossi li hanno prescritti per ridurre la libido dei giovani studenti. “Dovete immaginare i casi di persone per le quali l'esperienza d'amore sia stata profondamente difficile, dovete pensare che abbia minato la loro capacità di pensare razionalmente. Chi si trova in relazioni pericolose sa che deve uscire fuori e vuole farlo ma non riesce a spezzare la catena”, ha spiegato il dottor Earp.

Anche se farmaci del genere potrebbero essere benefici, bisogna ben sapere che, come gli antidepressivi, hanno diversi effetti collaterali come ad esempio il calo del desiderio. Il consiglio è quindi quello di innamorarsi, amare, perdersi, soffrire, vivere a pieno l’esperienza e ricorrere ad un trattamento medico solo in casi estremi, quando la propria vita viene completamente devastata da una rottura. Nonostante ciò, rimangono i dubbi morali, ciò che ci si chiede è: basta una semplice medicina per vivere bene?

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