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Ansia da rientro dalle vacanze: 5 consigli della psicologa per gestirla

Irascibilità, depressione, sonno agitato: sono alcuni dei sintomi dell’ansia da rientro di cui soffre un italiano su dieci. La dottoressa Maria Claudia Biscione, spiega come non farsi trovare impreparati dalla sindrome del rientro grazie a 5 semplici consigli che possiamo attuare tutti noi nella nostra routine quotidiana.
Intervista a Dott.ssa Maria Claudia Biscione
Psicologa, psicoterapeuta e sessuologa e docente
A cura di Francesca Parlato
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L'ansia da rientro si fa sentire già l'ultimo giorno di vacanza. Mentre si preparano i bagagli, si controlla la mail, si salutano gli amici con cui si sono vissute intensamente le ultime settimane, ci accorgiamo che l'umore inizia a cambiare. Alcune persone diventano più irritabili, altre sentono crescere uno stato di agitazione o di depressione. E anche se non si tratta di una vera e propria patologia, sono tantissime le persone che accusano i sintomi della post vacation blues, come la chiamano gli inglesi. Nel nostro paese, un italiano su dieci ha ammesso di soffrirne. "Lo stress da rientro è uno stato di agitazione, di allerta, che nasce nel momento in cui sappiamo di dover riprendere le nostre attività. Esattamente nel momento in cui finisce la vacanza per tante persone possono subentrare ansia, agitazione, nervosismo – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Maria Claudia Biscione, psicologa e psicoterapeuta – Si dorme peggio, si è più irritabili o depressi e il tono dell'umore si abbassa". 

1. Impariamo a riconoscere l'ansia da rientro

Lo stress da rientro può cogliere tutti al termine di una vacanza, alla fine di un lungo momento di relax, durante il quale abbiamo mollato la presa. E allora non facciamoci trovare impreparati: "Il primo passo per affrontarla è riconoscerla: quando ci accorgiamo che stiamo iniziando a dormire male, che siamo più irritati, che mal tolleriamo il lavoro e chi ci sta intorno, cerchiamo subito di porre rimedio. Se ad esempio il problema è il sonno, proviamo a prendere una valeriana prima di andare a dormire. Meglio una valeriana di cinque notti agitate". Un altro aiuto ci può venire dall'attività fisica: "Muoviamoci, facciamo sport. In questo modo regolarizzeremo il più possibile il nostro organismo". Ripristinando i ritmi, magari cercando di tornare qualche giorno prima del rientro al lavoro e non proprio il giorno stesso, riusciremo a dominare l'ansia: "L'ansia – spiega la dottoressa Biscione – rompe tutti gli equilibri. A partire da quello sonno veglia. Dormire male poi ci renderà irritabili sul lavoro e anche con il nostro partner, per questo è importante ripristinare una regolarità soprattutto per quel che riguarda il sonno e l'alimentazione". Infine è di fondamentale importanza capire cosa ci procura ansia: "Se riusciamo a individuare quale è la causa – il nostro capo, il collega antipatico, le scadenze di lavoro, la gestione della famiglia o della casa – riusciremo anche più facilmente a intervenire per porvi rimedio". 

2.  Fissiamo degli obiettivi

Un altro buon metodo per affrontare lo stress da rientro consiste nel fissare uno o più obiettivi extra lavoro: "Usciamo dalla teoria, scavalliamo l'affaticamento dalla routine e facciamo dei progetti che corrano parallelamente al nostro vivere quotidiano". Se sappiamo che dopo la vacanza ci aspettano 3-4 mesi di lavoro intenso, possiamo iniziare ad esempio a programmare un viaggio: "Cerchiamo di costruire una parentesi di respiro, un'alternativa che ci dia leggerezza, che ci faccia sorridere. Fissare un obiettivo piacevole diventerà una valvola di sfogo fondamentale per sfuggire alla pesantezza della routine". 

3. Sfidiamoci in nuove esperienze

Ricomincia il solito tran-tran. Famiglia, casa da gestire, ufficio, incombenze quotidiane. Allora proviamo a trovare qualcosa che dia nuova linfa alle nostre giornate: "L'ansia della routine è la routine stessa. L'idea di ricominciare esattamente da dove avevamo interrotto. Allora proviamo ad allontanare questa staticità: sfidiamoci su qualcosa di nuovo, creiamo un movimento nelle nostre giornate e creiamo adrenalina". Imparare una lingua nuova, imparare a fare dolci, un corso per sommelier: proviamo a inserire nelle nostre giornate qualcosa di diverso dal solito. "Facciamo qualcosa che ci costringa a uscire fuori dai soliti schemi, che aggiunga del nuovo alle nostre giornate". 

4. Confidiamoci con il nostro partner

Parlare delle proprie ansie con il partner, o anche con un amico, può molto utile per sollevarci della sindrome da rientro: "In questo modo – spiega la dottoressa Biscione – riusciremo ad alleggerire il nostro carico di stress". Il nostro partner può diventare un complice, un supporto per affrontare le ansie che ci aspettano una volta rientrati nella nostra quotidianità. "Aprirci al partner, condividere le preoccupazioni non potrà farci che bene. Al contrario infatti tenere tutto per sé, lasciare che l'irascibilità prenda il sopravvento rischierà di causare contrasti all'interno della coppia".

5. Social? No grazie

L'ideale per chi si ritrova ad affrontare lo stress da rientro, sarebbe dedicarsi alla meditazione. Ma se non vi sentite avvezzi a questo tipo di pratica basta provare almeno a staccare da smartphone e tablet, una volta finita la giornata lavorativa: "Chi soffre di ansia deve imparare a ricentrarsi. L'ansia non si può contrastare stando costantemente connessi o entrando e uscendo dai social". Scorrere la home di Instagram o Facebook, guardare video di cucina prima di addormentarsi, non è un passatempo svuotacervello come immaginiamo: "Tutt'altro. Anche dal punto di vista della stimolazione visiva: è ormai stato acclarato che la luce blu dei dispositivi è estremamente nociva per il nostro riposo e può incidere negativamente sui ritmi sonno veglia". Dopo cena allora evitiamo di incollarci allo smartphone: "Cerchiamo di evitare: vediamo un film, leggiamo un libro, facciamo l'amore con il nostro partner, ma evitiamo di addormentarci con il telefono in mano". 

Concediamoci più momenti di relax

Infine un consiglio extra per provare a migliorare la gestione delle nostre giornate. Introduciamo più spesso possibile dei momenti di relax: "Staccare la spina di tanto in tanto è indispensabile. Se il lavoro lo consente, concediamoci delle pause virtuose – suggerisce la psicologa – Cerchiamo di programmare qualche fine settimana di vacanza più spesso durante l'anno, anziché una sola e unica settimana ogni sei o sette mesi". Introduciamo allora delle fughe dalla città, anche se si tratta soltanto di weekend mordi e fuggi: "Avranno la forza di rigenerarci: saranno delle iniezioni di vitalità. Nutrire il benessere attraverso dei piccoli spazi di tempo, interamente dedicati a noi, si rivelerà davvero utilissimo nel lungo periodo".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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