American Apparel è fallito: negozi chiusi in tutto il mondo entro il 2017
American Apparel, da sempre brand amatissimo dai teenager americani, considerato simbolo dello stile hipster, la cui proprietà intellettuale è stata acquistata dal marchio sportivo canadese Gildan Activewear per 66 milioni di dollari, dopo aver dichiarato bancarotta per la seconda volta in un anno lo scorso novembre. Coloro che impazziscono per le sue felpe, le sue t-shirt e i suoi capi d’abbigliamento farebbero bene ad acquistarli il prima possibile. Il noto marchio chiuderà lo store di Los Angeles e tutti gli altri 110 punti vendita sparsi nei diversi paesi degli Stati Uniti entro la fine di aprile, facendo perdere il lavoro a circa 3.400 dipendenti.
La decisione arriva al termine di diversi anni chiusi in forte perdita, il nuovo proprietario non ha alcun interesse a tenere i negozi aperti e, di conseguenza, abbasserà per sempre le loro serrande. Anche se il brand American Apparel era finito spesso al centro delle polemiche per le sue campagne pubblicitarie scorrette e sessiste, spesso così sexy da sfiorare la volgarità, e per gli abiti troppo scollati e succinti indossati dalle commesse, per molti anni ha registrato un vero e proprio boom di vendite.
L'azienda era stata fondata a Montreal nel 1989 dal giovane canadese Dov Charney e ha subito conquistato il cuore degli adolescenti americani con il suo stile fresco e giovane ma, purtroppo, negli ultimi anni non è riuscita a fronteggiare i problemi economici. Anche gli store sparsi nel resto del mondo, tra cui anche quelli di Milano e Roma, verranno chiusi nel corso del 2017, chiudendo definitivamente un capitolo che ha fatto storia nella moda americana.
