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Addio ai libri: i bambini imparano più velocemente con i tablet

Una ricerca inglese ha dimostrato che i bambini apprendono più facilmente utilizzando i tablet e le nuove tecnologie piuttosto che leggendo un libro. L’importante è che non si faccia abuso di questi dispositivi poiché la cosa potrebbe provocare una forma di demenza temporanea.
A cura di Valeria Paglionico
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La tecnologia è una parte importante della vita di ognuno di noi, tanto che ormai non ricordiamo neanche più cosa significa uscire senza uno smartphone con la connessione ad Internet. I bambini sono nati in quest’epoca tecnologica e per loro è normale cominciare ad utilizzare pc e tablet prima ancora di saper scrivere. Una ricerca condotta presso l’università di Londra ha dimostrato che questa abitudine deve essere incoraggiata. I dati sono stati ricavati dall’osservazione di un gruppo di 100 bambini tra i 6 e i 10 mesi. A questi sono state mostrate diverse immagini su diversi dispositivi, solo quando venivano visualizzate su un tablet erano riconosciute immediatamente.

L’uso dei tablet stimola il cervello dei neonati molto più di quanto faccia la lettura di un libro. Questi dispositivi tecnologici sono nati appositamente per aiutarli ad apprendere ed è per questo che dovrebbero essere utilizzati fin dai primi mesi dopo la nascita. I libri sono statici e i bambini molto piccoli sono attratti solo dal rumore che fanno le pagine quando vengono girate. La professoressa Annette Karmiloff-Smith, che ha condotto la ricerca, ha spiegato: “E' scioccante quanto imparino velocemente ad utilizzare il touch screen. Lo fanno molto meglio degli adulti”.

I bambini che utilizzano i computer fin da piccoli mostrano delle facoltà intellettuali molto prima rispetto a quelli delle generazioni precedenti che non potevano neppure immaginare cosa fosse un computer di ultima generazione. L’importante è che la tecnologia non si trasformi in una dipendenza. In questo caso infatti si potrebbero “disattivare” le connessioni nel cervello provocando forme di demenza temporanea e incapacità di ragionamento.

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