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Accuse contro il Tribunale di Milano: “I giudici tendono ad archiviare le denunce delle donne maltrattate”

“Per le donne che subiscono violenza spesso non c’è giustizia e la responsabilità è anche della magistratura”. Questa l’accusa di avvocatesse e operatrici del Cadmi, la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano.
A cura di Redazione Donna
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Gli avvocati e le operatrici della Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano si scagliano contro la Procura della Repubblica di Milano, la quale non darebbe il giusto peso alle denunce delle donne maltrattate. I dati presentati durante una conferenza stampa alla Libreria delle donne parlano chiaro: sono 1.545 le denunce per maltrattamento in famiglia  avanzate nel 2012 a Milano, di queste più della metà sono cadute nel vuoto.

Secondo quanto affermato da Francesca Garisto, avvocata Cadmi, quella dell'archiviazione sembra essere una tendenza comune che va avanti da anni poichè molte  delle denunce vengono considerate come semplici esempi di ‘conflittualità familiare’. “La tendenza è di archiviare, spesso ‘de plano’, cioè senza svolgere alcun atto di indagine, considerando le denunce manifestazioni di ‘conflittualità familiare’ – spiega l'avvocato Garisto – Una definizione, questa, usata troppe volte in modo acritico, che occulta il fenomeno della violenza familiare e porta alla sottovalutazione della credibilità di chi denuncia i maltrattamenti subiti. Un atteggiamento grave da parte di una procura e di un tribunale importanti come quelli di Milano”.  Questa situazione spiegherebbe la poca fiducia da parte delle donne nella giustizia, infatti secondo i dati del Cadmi, solo il 30% delle vittime denuncia le aggressioni.

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