Aborto negato ad una madre malata, succede in Salvador
Beatriz ha 22 anni, vive in un piccolo paesino del Salvador e da 26 settimane è incinta. Il problema è che la ragazza ha una grave malattia autoimmune, il lupus, che pian piano le sta distruggendo il corpo a cominciare dai reni. A causa della malattia Beatriz si trova costretta ad abortire perchè proseguire la gravidanza potrebbe condurla incontro alla morte. Purtroppo Beatriz non può interrompere la gravidanza dato che il Salvador è uno dei sette paesi dell’America Latina in cui l'aborto è severamente vietato.
I giudici della Corte hanno annunciato con una sentenza che le condizioni di salute della ragazza vanno monitorate, ma che per ora sono stabili. Gli avvocati hanno sostenuto in aula che proseguire la gravidanza metterebbe a rischio la sua vita. Il giudice Rodolfo Gonzalez e i suoi colleghi hanno risposto che la Corte costituzionale «non può trasformarsi in un tribunale che permetta l’aborto», perchè «i diritti di una madre non possono avere la precedenza su quelli del bambino non ancora nato, e viceversa». Dopo la decisione insindacabile migliaia di persone hanno manifestato per protestare contro una sentenza che potrebbe condurre Beatriz alla morte.
La ministra della Salute Isabel Rodriguez ha poi annunciato che il governo darà ai medici il permesso «di agire immediatamente se ci sono segni che la vita della ragazza è in pericolo», cosa che i giudici hanno negato. Ad aggravare la situazione ci sono anche le condizioni di salute del feto, affetto da anencefalia, una malformazione che non permette al cervello di svilupparsi, inoltre quasi tutti i bambini con questa patologia muoiono prima o poco dopo la nascita. I medici continuano ad affermare che l'aborto sia necessario per salvare la vita di Beatriz, ma purtroppo per adesso tutto è fermo a causa di una legge retrograda che prevede una pesante condanna per qualsiasi donna o medico che porti avanti un aborto.