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Vitiligine: cos’è, quali sono le cause e come curarla

La vitiligine è una malattia cronica della pelle non contagiosa e caratterizzata dalla presenza di chiazze bianche più o meno diffuse. Vediamo quali sono le cause e come si può curare.
A cura di Redazione Donna
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La vitiligine o vitiligo (leucodermia) è una malattia della pelle che colpisce i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina e quindi della colorazione della cute. La vitiligine non si presenta con sintomi come dolore, febbre o bruciore ma potrebbe manifestarsi a tutte le età con chiazze bianche chiamate anche “ipocromiche” o “acromiche” perché sono carenti di melanina. Hanno una forma arrotondata o ovale e possono ingrandirsi con il tempo.

È una malattia che colpisce l'1% della popolazione mondiale, non è contagiosa e le sue cause sono ancora incerte: può esserci una predisposizione genetica o può svilupparsi su base autoimmune, tuttavia è accertato che i soggetti più a rischio sono quelli che soffrono di diabete, iper e ipotiroidismo, alopecia areata e anemia perniciosa. Nelle persone di pelle scura è molto più evidente e, in ogni caso, può avere gravi ripercussioni di carattere psicologico in quanto viene considerato come un problema invalidante dal punto di vista estetico: le macchie, infatti, si presentano spesso su viso, mani e sull'area genitale, creando forte imbarazzo. Vediamo allora quali sono le cause e i sintomi e le cure.

Vitiligine: cause e sintomi

Le cause della vitiligine non sono ancora accertate ma due sono le ipotesi più accreditate:

Cause genetiche: si basa quindi sull'ereditarietà visto che nel 30% dei casi di vitiligine c'è familiarità, la malattia colpisce più persone della stessa famiglia.

Malattia autoimmune: la persona colpita svilupperebbe degli anticorpi contro se stesso distruggendo i melanociti. Questa ipotesi è una delle cause più confermate in quanto spesso è associata a patologie autoimmuni legate alla tiroide, e colpisce spesso soggetti con anemia perniciosa, alopecia areata e diabete.

Tra le altre cause meno accreditate ci sono anche stress, gravi scottature, disturbi alimentari o digestivi, eventi traumatici, funzionamento anomalo del sistema nervoso, il contatto con sostanze tossiche.

Tra i sintomi quello principale è la comparsa di macchie depigmentate che possono anche estendersi col tempo e che compaiono più di frequente su viso, mani, piedi, genitali ma possono colpire anche le labbra e gli occhi, senza però compromettere le vista. Inoltre può capitare che anche su capelli, barba o ciglia si presentino aree bianche. Un altro sintomo è il prurito che potrebbe essere segno che la malattia sta peggiorando. Questi sintomi tendono a peggiorare con la primavera mentre in estate, con l'esposizione al sole, le chiazze diventano più evidenti. La pelle di chi è affetto da vitiligine è anche più delicata e sensibile alle radiazioni quindi più soggetta ad eritema solare e scottature a causa della poca melanina prodotta. 

Quante forme di vitiligine esistono?

Ci sono principalmente tre forme di vitiligine

  • Focale: le chiazze bianche si presentano su zone poco estese;
  • Segmentale: la depigmentazione colpisce un solo lato del corpo;
  • Generalizzata: le macchie bianche si presentano su entrambe i lati del corpo in maniera simmetrica, ed è la condizione più diffusa.

La forma focale e quella segmentale non tendono a peggiorare nel tempo. Nella forma generalizzata potrebbe esserci una estensione delle macchie bianche nel corso degli anni, in maniera progressiva.

Vitiligine: le cure

La vitiligine è una malattia autoimmune dalla quale è difficile guarire definitivamente, ci sono però delle cure per diminuire il problema e che vengono scelte in base all'estensione della patologia ma anche valutando il disagio psicologico del paziente. Anche Michael Jackson è stato una "vittima illustre" della vitiligine, che curava con una particolare crema sbiancante per coprire la malattia. Di solito alle cure rispondono meglio le macchie recenti e quelle di viso e tronco mentre sono più difficili da trattare quelle di mani, piedi e area genitale. Prima di sottoporvi a queste cure chiedete sempre al vostro medico di indicarvi i possibili effetti collaterali.

  • Trattamento topico: viene utilizzato di solito quando le macchie sono poco estese e interessano il 10% del corpo, vengono utilizzati corticosteroidi da prendere solo dietro indicazione medica, per circa 2 mesi. Utile anche per curare la vitiligine che colpisce i genitali.
  • Terapia PUVA: è una terapia indicata quando la vitiligine è estesa su più del 20% del corpo. PUVA significa Psoraleni+raggi UVA. Nella terapia orale viene presa la dose di psoraleni prescritta dal dermatologo due ore prima di sottoporsi alla lampada UVA. Si effettua almeno due o tre volte a settimana e dopo la terapia bisogna evitare la luce del sole per 24 ore e proteggere gli occhi. I miglioramenti sono visibili in tre mesi.
  • Fototerapia UVB: con la terapia UVB si effettua con lampade ultravioletti per ripopolare le zone colpite di melanociti. Per vedere risultati soddisfacenti c'è bisogno di almeno un anno di terapia che può essere eseguita anche sui bambini, sempre dopo consulto medico.
  • Depigmentazione: questa cura si utilizza quando la vitiligine interessa più del 70 % del corpo per sbiancare il resto della pelle eliminando le differenze con le zone colpite da vitiligine. Viene applicato un farmaco specifico due volte al giorno sulle zone pigmentate fino a quando non si schiariscono.
  • Trattamento chirurgico: se le terapie non portano risultati si può ricorrere a un trattamento chirurgico innestando pelle pigmentata presa dallo stesso paziente. È una tecnica difficile e impegnativa che si utilizza per trattare zone poco estese.
  • Trattamento innovativo: un trattamento innovativo per curare la vitiligine, anche se ancora in fase sperimentale, è stato messo a punto da alcuni ricercatori americani della Yale University. Gli studiosi hanno dimostrato che per curare la vitiligine può essere utile un farmaco impiegato per la cura dell'artrite reumatoide, patologia autoimmune che interessa le articolazioni. La ricerca è pubblicata su Jama Dermatology e il farmaco sperimentato è a base di tofacitinib una molecola utilizzata anche per curare l'alopecia areata. La funzione di questa cura è aiutare le macchie bianche a ripigmentarsi e, nei pazienti che hanno sperimentato la terapia, le macchie sono quasi scomparse dopo cinque mesi di trattamento. Occorrono però altri studi per verificare l'efficacia e la sicurezza di questa terapia che potrebbe rivelarsi una vera innovazione.

Vitiligine: schermi solari, camouflage e terapia psicologica

Oltre alle terapie per curare la vitiligine è possibile utilizzare anche altri rimedi: si può proteggere la pelle grazie ai filtri solari, ma è anche possibile coprire le macchie con l'aiuto di prodotti cosmetici specifici. Da non sottovalutare anche la terapia psicologica in alcuni soggetti più sensibili.

  • Protezione solare: le persone colpite da vitiligine devono esporsi poco al sole o comunque utilizzare filtri solari che proteggano sai dai raggi UVA che UVB. La pelle in questi soggetti è più delicata e predisposta a eritemi e scottature, inoltre l'abbronzatura metterebbe in risalto il problema.
  • Camouflage: chi è restio ai trattamenti con farmaci o fototerapici può ricorrere alla cosmetica per coprire le chiazze bianche. A differenza delle normali imperfezioni della pelle, per coprire le macchie di vitiligine è necessario un prodotto più denso e coprente, in grado di uniformare totalmente l'incarnato senza appesantirlo o creare l'effetto maschera. Il segreto è stendere il prodotto lavorandolo con cura per sfumarlo al meglio, in modo da creare un make up uniforme e il più possibile naturale. Essendo il prodotto generalmente molto denso e corposo bisogna dedicare qualche minuto in più alla stesura rispetto al normale fondotinta. È sconsigliato stenderlo con le mani, mentre sono da preferire spugnette e pennelli.
  • Terapia psicologica: nei casi in cui la vitiligine crei un malessere psicologico può essere utile la psicoterapia per ritrovare l'autostima e imparare ad affrontare le problematiche sociali ed emotive che i pazienti vivono ogni giorno.
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