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Pesate ogni giorno e costrette a mangiare solo uova: la dura vita delle modelle in Cina

In Cina la vita delle modelle è durissima: per mantenere il peso forma mangiano solamente uova, guadagnano pochissimo e le agenzie di moda sono severissime. Ecco l’esperienza della ex-modella Meredith Hattam.
A cura di Federica Ambrogio
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Chi ha detto che la vita da modella è semplice? Se già nel continente europeo devono seguire ferrei regimi alimentari, questi ultimi non sono niente in confronto alle condizioni di vita delle modelle in Cina. 

A raccontare la sua storia è Meredith Hattam che al blog Fashionista racconta la sua vita da modella in Asia. Le agenzie cinesi sono piuttosto severe e rigorose, e qualche centimetro di troppo su vita o fianchi (ne bastano 3) può causare i licenziamento e persino lo sfratto dall'appartamento in cui si vive.  Per avere il fisico perfetto le modelle arrivano persino a mangiare solamente uova, e anche Meredith ha dovuto seguire una dieta severissima imposta dal suo manager: ha perso 20 chili in sette settimane, seguendo un regime alimentare da 800 calorie giornaliere al quale abbinava due ore di allenamento al giorno. Non solo la dieta, ma anche le condizioni di vita erano difficili: le modelle dormono in dormitori con bagni in comune, il 40% de loro stipendio va all'agenzia di moda e il 10% al talent scout. Insomma, in Cina le modelle non fanno fortuna e di sicuro non si arricchiscono, al massimo mettono in pericolo la loro salute.

Anche dal punto di vista legale le modelle sono a rischio: spesso le agenzie le obbligano a entrare in Cina con un visto turistico che permette loro di lavorare solamente con l'agenzia in questione: se si rifiuta un incarico la modella non potrà cercare lavoro in un'altra agenzia perché per la legge è solamente una turista. L'ex modella, che ora lavora come grafica per The Model Alliance, una compagnia che si batte per il trattamento equo e corretto di tutti i modelli, ha rivelato che sono stati tantissimi i casi in cui le sue colleghe sono cadute in depressione o sono state ricoverate in ospedale dopo 15 ore di lavoro consecutivo; nei casi peggiori, alcune di loro sono persino arrivate al suicidio.

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