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“Mi sta cadendo il sedere”: le frasi più assurde urlate in sala parto dalle future mamme

Far nascere un bambino è un’esperienza meravigliosa e le donne che sono diventate mamme lo sanno bene. Affrontare il parto naturale, però, non è un gioco da ragazzi. Ecco le cose più assurde urlate in sala parto in preda ai dolori del travaglio.
A cura di Valeria Paglionico
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Far nascere un bambino è un'esperienza meravigliosa e le donne che sono diventate mamme lo sanno bene. Affrontare il parto naturale, però, non è un gioco da ragazzi. Anche se si tratta di un momento super emozionante, tra i dolori del travaglio, il sudore e la necessità di spingere, si perde ogni freno inibitorio e si comincia a dire di tutto pur di sfogarsi e di ridurre la sofferenza. A volte, però, le quasi mamma diventano davvero "eccessive" ma, nel momento in cui ci ripensano ad anni di distanza, non possono fare a meno di ridere.

E' proprio per raccogliere le loro esperienze più assurde che le donne che hanno avuto un figlio hanno raccontato tutto in un forum su Mumsnet, uno fra i più popolari siti per genitori. "Non ti avvicinare più a me fino a quando non ti sarai fatto la vasectomia", "Questo è il mio viaggio peggiore", "È stata progettata male, basta dire che l’ha inventata un uomo! C’è bisogno di farmaci migliori o di vagine migliori", sono solo alcune delle cose gridate in sala parto.

Alcune mamme hanno inoltre avuto delle allucinazioni, vedendo animali da cortile o qualcuno che suonava una cornamusa nella stanza in cui si trovavano, mentre altre ancora hanno fatto riferimento al loro sedere che "stava per cadere", non comprendendo che si trattava solo del bambino che veniva al mondo. In molte, dopo aver partorito per la prima volta, non hanno potuto fare a meno di chiedere scusa alle proprie madri per averle sottoposte a un tormento simile. Insomma, il  parto è un momento meraviglioso ma, allo stesso tempo, ricco di sofferenza. Per fortuna, con il passare del tempo, il dolore viene dimenticato e rimane solo la gioia di aver potuto finalmente tenere tra le braccia il piccolo.

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