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Menù natalizio a Napoli, dai vermicelli con le vongole alla caponata

Menù ricco e pieno di profumi antichi quello del Natale napoletano. Il gusto della tradizione ottocentesca rivisitato di casa in casa.
A cura di roberta
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Poche battute al Natale. Tre i giorni prima della Vigilia e ancora non sapete cosa preparare? Il menù della cucina napoletana può essere una buona idea per nuovi sapori e per mettere in tavola una tradizione ricca e saporita. I moderni pranzi prevedono alcune variazioni rispetto ai pranzi dell’800. Simpatico è metterli a confronto per miscelare nella nostra proposta gastronomica l’originalità del classico tradizionale.

Alla Vigilia di Natale il menù prevede broccoletti soffritti e cocktail di gamberi in salsa rosa come antipasto. Segue il primo di vermicelli alle vongole e una serie di secondi piatti di pesce: capitone fritto o arrosto, aragosta lessa (con varianti di pesce arrosto o baccalà fritto) e caponata. Per finire croccante, dolci di Natale e frutta fresca e secca. E passiamo al pranzo del 25 dicembre. Mentre ancora cerchiamo di riprenderci dalla cena precedente, si inizia con un antipasto di formaggi e salumi (magari con qualche coppetta di olive nere, bianche e piccanti). Per i primi esistono due alternative: timballo di maccheroni o minestra di broccoli di Natale. Finire qui? Assolutamente no! Si continua con pesce in bianco, o capitone, e capponi, o tacchino arrosto. Si continua con la caponata e tutto come la Vigilia.

Come curiosità per strappare un sorriso, riproponiamo il menù della cena della Vigilia dell’800 del Duca Ippolito Cavalcanti,  parente povero del famoso poeta: "per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne Vruoccoli zuffritti co l'alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle, o pure zuffritti co l'alice salate, anguille fritte, ragoste vollute co la sauza de zuco de limone, e uoglio. E pure na cassuola de calamarielli". La tradizione si riprende, si trasforma, ma la sostanza non cambia. Buon Natale!

Roberta Santoro

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