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In pericolo la fantasia dei bambini: è colpa di smartphone e tablet

In un’epoca tecnologica come questa anche i bambini si adattano e non possono più fare a meno di utilizzare tablet e smartphone. Gli effetti sulla loro fantasia sono, però, preoccupanti. Uno psicologo americano ha dimostrato infatti che hanno perso l’85% della creatività rispetto alle generazioni passate.
A cura di Valeria Paglionico
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L’infanzia è quella parte della vita in cui bisogna dare libero sfoga alla propria fantasia e in cui bisogna socializzare e stare all’aria aperta. Negli ultimi anni, però, con l’avvento della tecnologia, tra tablet, smartphone e computer all’ultima moda, sono sempre più i bimbi che preferiscono giocare con i loro amici virtuali piuttosto che incontrarsi al parco giochi con i compagni di scuola.

Uno psicologo statunitense ha dimostrato che la società di Internet e dei cellulari danneggia la creatività dei più piccoli. Peter Gray è psicologo e biologo presso il Boston College ed ha pubblicato un saggio intitolato “Lasciateli giocare”, in cui riporta i risultati della sua ricerca. Tra il 1985 e il 2008 ha sottoposto una serie di bambini delle scuole americane al Test di Torrance, che ha lo scopo di valutare la fantasia dei bambini, misurando la loro capacità di fornire molte risposte non scontate e dettagliate. Incredibilmente, i risultati hanno dimostrato che, rispetto alle generazioni che non avevano le tecnologie moderne, i piccoli di oggi hanno perso l’85% della loro creatività. Non è insolito che un bambino venga lasciato tutta la giornata sul divano a giocare con un tablet, basti pensare che nel 2012 sono stati più di 2 milioni quelli che si sono collegati ad Internet, il 44% di loro ha un’età compresa tra i 5 e i 13 anni e il 96% è già su Facebook.

A causare questa tendenza sarebbero sia gli atteggiamenti iperprotettivi dei genitori che quelli troppo severi delle istituzioni scolastiche, che vogliono a tutti i costi imporre ai bambini una disciplina rigida, non capendo che invece necessitano di essere lasciati un po’ liberi e all’aria aperta. Si privilegiano ad esempio gli sport rigidamente organizzati e diventa sempre più difficile per i bambini giocare liberamente, sia per imposizione che per mancanza di spazi attrezzati.

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