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“Il burkini è per donne libere”: Ahiida, la stilista del costume vietato in Francia

Ahiida Zanetti è una stilista di origini libanesi, musulmana praticante e velata, che 11 anni fa ha dato vita al tanto discusso burkini. Il suo obiettivo era andare incontro alle esigenze delle donne come lei che amano lo sport e che vogliono vestirsi in maniera modesta in spiaggia.
A cura di Valeria Paglionico
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Ahiida Zanetti è una stilista di origini libanesi, musulmana praticante e velata, che 11 anni fa ha dato vita al tanto discusso burkini, un costume da bagno integrale con un cappuccio incorporato per coprire la testa, che deve essere indossato come una tuta. L’idea è nata quando Ahiida, amante del nuoto, aveva rinunciato a questa sua passione poiché non si sentiva comoda con indosso i costumi da bagno comunemente venduti nei negozi. E’ stato quando ha visto che anche le sue nipoti si sono ritrovate ad affrontare lo stesso problema che ha brevettato il burkini.

All’inizio faceva tutto da sola, sceglieva i tessuti, cuciva, imballava, poi, quando le richieste sono aumentate, ha messo su una piccola azienda. La prima volta che l’indumento che consente alle donne musulmane di rispettare le loro tradizioni è finito sotto i riflettori è stato nel 2008, quando un’atleta del Bahrein ha sfilato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino con una tuta della stilista. Da allora, sono stati venduti ben 7.000 burkini in tutto il mondo. Incredibilmente, dopo le polemiche degli ultimi giorni e i divieti imposti in Francia, la stilista si è ritrovata ad affrontare un boom di vendite. "Il mio sito Internet è sommerso dagli ordini e la maggior parte sono di donne non musulmane! Finirà che dovrò ringraziare la Francia per la pubblicità", ha dichiarato Ahiida.

Quando ha creato il burkini voleva andare incontro alle donne come lei che amano lo sport, che vogliono vestire in maniera modesta o che magari non amano scoprirsi troppo al mare. Se prima erano costrette ad andare in spiaggia con vestiti normali, come magliette e pantaloni, non riuscendo neanche a nuotare, ora possono indossare dei tessuti pensati appositamente per far respirare la pelle e per asciugarsi rapidamente. Secondo la stilista, indossare il burkini non è una costrizione ma una libera scelta ed è per questo che è assolutamente sbagliato trasformare un pezzo di stoffa in un emblema razzista.

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