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Festa della donna: perché parliamo sempre di diversità?

Cosa significa essere una donna? Quando e perché uomini e donne hanno iniziato a vivere in contrapposizione? Celebrare la Festa della Donna è un diritto che non a tutte è concesso e per questo è un dovere ricordarsi dell’importa della libertà come massima espressione di uguaglianza.
A cura di Zeina Ayache
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Cosa significa essere una donna? Viene da chiederselo ogni volta che si riflette sulla giornata internazionale dedicata al genere femminile. Spesso quando si parla di donne lo si fa in riferimento agli uomini, come se i due generi rappresentassero due opposti che si limitano a vicenda. Per me essere una donna non significa non essere un uomo, eppure, come è ovvio che sia, quando parliamo di diritti delle donne finiamo sempre per metterli in paragone con quelli di cui godono gli uomini.

Storicamente infatti agli uomini sono stati concessi privilegi che le donne hanno ottenuto successivamente e in seguito a grandi lotte e contrasti. E non stiamo parlando di preistoria, ma di attualità. È risaputo che in Occidente ci sono ancora aziende che chiedono alle donne di firmare in anticipo le proprie dimissioni in caso di maternità o che, a pari livello, prevedono stipendi più alti per gli uomini. Non è necessario pensare all'infibulazione, alle spose bambine, ai matrimoni combinati, alle violenze sessuali, al burqa integrale o al divieto di guidare tipici di alcuni, troppi, Paesi del nostro mondo per rendersi conto che abbiamo ancora molta strada da fare prima di poter parlare di parità di generi, perché è questo che in fondo vuole celebrare la festa della donna.

Ma quando e perché uomini e donne hanno iniziato a vivere in contrapposizione? Perché da che mondo è mondo si è sempre scelto di attribuire un'appartenenza di genere ai diritti e ai doveri? Cioè, in parole povere, quando e perché si è scelto che gli uomini potessero votare e le donne no, che l'uomo potesse vestirsi come gli pareva, mentre la donna doveva coprirsi, che l'uomo potesse svolgere alcune professioni invece vietate alle donne?

Forse il fatto che la nostra società sia basata sul dualismo, e quindi su una relazione complementare o di opposizione tra due principi, ci porta a vedere i maschi e le femmine come due parti in contrapposizione che quindi godono di differenti diritti e doveri. Di conseguenza “non tutti possono fare tutto”.

L'etologia sociale umana e la biologia evolutiva potrebbero darci qualche risposta, in fondo l'essere umano, come qualsiasi animale, basa la propria evoluzione sulle necessità adattive, insomma la sopravvivenza della specie è ciò che dovrebbe influenzare il nostro approccio alla vita e alle relazioni. Eppure lo stupro nel 2016 continua a non sembrarmi adattivo. Dev'esserci qualcosa nell'essere umano di profondamente contorto. Cosa sia, non lo so.

Non credo che gli spogliarelli maschili rappresentino il massimo dell'uguaglianza ottenuta dalle donne, ma nel dubbio credo che noi donne italiane, o comunque noi donne che non sentiamo la disparità, dovremmo ritenerci fortunate di poterci lamentare della piega trash che ha preso la festa della donna, condivisibile o meno che sia.

La possibilità di scegliere è ciò che sta alla base della libertà. E la libertà è la più grande forma di uguaglianza a cui tutti possiamo ambire.

E mentre in alcune parti del Mondo le donne si trovano a scontrarsi con l'ignoranza degli uomini, dalle nostre parti dovremmo iniziare a riflettere sui limiti stessi che le donne si impongono a vicenda. È sempre molto triste sentire una donna definirne un'altra una ‘zoccola' solo perché questa si diverte con le amiche a guardare un uomo che si spoglia o perché è sessualmente attiva. È sempre molto triste sentire una donna giudicarne un'altra secondo il punto di vista maschile, come se noi dovessimo modificare il nostro comportamento sulla base dell'opinione di uomo. Anche questo è sessismo, anche questa è disparità di genere.

Insomma, c'è molto ancora da fare, ma, guardando al nostro passato, penso che possiamo ritenerci sulla strada giusta. Certo, non mancheranno gli errori, non mancheranno le ingiustizie, ma un giorno forse non avremo più bisogno della festa della donna, per ricordarci che siamo tutti diversamente uguali.

[Foto copertina di jill111]

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Giornalista. Mi sono sempre chiesta chi ci fosse dietro alle notizie veicolate ogni giorno dai giornali, dalla TV e dal Web. Poi mi sono informata e sono diventata una di loro. Credo fortemente nella divulgazione e per questo faccio il possibile per raccontare attraverso le esperienze e le emozioni ciò che accade sul nostro Pianeta.
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